Ticino e Grigioni

Dazi USA, timori sulla produzione di latte

Le tariffe iniziano a farsi sentire in zone come la Gruyère, e a catena si riverberano sul mercato del latte, tanto che c’è già chi paventa abbattimenti di migliaia di mucche – Reportage dal Ticino 

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Gli effetti dei dazi sulla produzione di latte

Telegiornale 06.11.2025, 20:00

Di: TG-Patrick Solcà/dielle 

I dazi statunitensi rischiano di mettere seriamente a rischio, tra gli altri, anche gli agricoltori svizzeri. Il calo delle vendite di formaggio, per esempio, sta già provocando un esubero di latte e se la situazione peggiorerà ulteriormente 25mila mucche rischiano di essere abbattute. Il Telegiornale ha visitato alcune aziende per tastare il polso della situazione e per capire come il mondo agricolo sta vivendo questa situazione di grande incertezza.

All’azienda agricola Bi&Be di Sant’Antonino si sta ad esempio al passo coi tempi e le mucche ormai convivono serenamente con la tecnologia. I robot fanno parte del team che se ne prende cura ogni giorno, dalla pulizia della stalla alla mungitura. Andrea Bizzozzero rappresenta la terza generazione a gestire questa azienda agricola, le sue 230 mucche e la produzione di latte per lui non hanno segreti. Racconta che negli anni ha visto di tutto e che è pronto ad affrontare anche questa nuova sfida.

“C’è già comunque un ciclo naturale, le mucche più anziane vanno al macello e vengono sostituite da quelle più giovani. È chiaro che poi tutto dipende dai numeri e dalla grandezza dell’azienda: se da noi vengono a mancare 2-3 mucche non cambia molto, ma per un’azienda piccola che ha magari solo 15 animali, perderne due o tre vorrebbe dire perdere una bella percentuale”.  

L'andamento delle esportazioni di formaggio

L'andamento delle esportazioni di formaggio

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Come per molti altri prodotti svizzeri, anche l’esportazione di formaggi ha avuto un picco appena prima dell’entrata in vigore dei dazi statunitensi per poi diminuire. Al momento la tendenza non è preoccupante ma le prospettive non sono buone e già ora c’è un esubero di latte del 5%.

“Finora da noi non c’è stata una diminuzione della produzione, sebbene il prezzo sia molto basso – spiega alla RSI il presidente della Federazione ticinese produttori di latte Valerio Morosi –, ma ad esempio nella Gruyère hanno già contingentato il quantitativo di latte da consegnare. L’esubero finirà quindi sul mercato svizzero creando ulteriore pressione e con il rischio di fare scendere ancora di più il prezzo del latte”.

Se la situazione dovesse peggiorare si potrebbe arrivare appunto all’abbattimento, si parla di un numero fino a 25mila mucche da latte. L’obiettivo è quindi quello di evitare un calo dei prezzi, già tendenzialmente bassi. Lo scorso agosto in Svizzera un chilo di latte veniva pagato in media 67 centesimi.

“Si pensa sempre che con meno mucche il prezzo aumenterà, ma in realtà non sarà mai così, basti pensare che negli ultimi 2-3 anni  l’importazione di formaggi ha superato l’esportazione” aggiunge ancora Andrea Bizzozzero.

Questo è infatti un altro elemento che rende il tutto più complicato: anche i contadini europei devono fare fronte ai dazi americani e probabilmente cercheranno di dirottare parte della loro produzione sul mercato svizzero. E si sa che i prodotti europei sono quasi sempre meno cari di quelli svizzeri.

In ogni caso ricorrere alla macellazione delle mucche non sembra essere una buona soluzione: “Un abbattimento eccessivo andrebbe a pesare sul mercato della carne, facendo crollare il prezzo. Insomma, è tutta una catena”.  Va pure detto che il prezzo della carne delle mucche da latte non è particolarmente vantaggioso per i produttori.

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San Gallo, preoccupazione per i dazi USA

Telegiornale 06.11.2025, 20:00

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