Il Consiglio di Stato ticinese e il Comitato contro lo smantellamento di FFS Cargo si sono incontrati questo mercoledì al palazzo delle Orsoline a Bellinzona e faranno fronte comune per lottare contro la possibile chiusura del deposito di Chiasso, che comporterebbe la perdita di 17 posti di lavoro.
Per il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, la notizia, che non è ancora confermata, è un segnale negativo: “Si perdono posti di lavoro qualificati per i ticinesi e si chiudono servizi a sostegno della nostra economia e dell’approvvigionamento del Paese”, ha dichiarato ai microfoni del Quotidiano. Inoltre, Gobbi critica la modalità di comunicazione, o non comunicazione, delle FFS: “I Cantoni e i Comuni sono delle identità politiche che meritano rispetto”.
Il sindacato nei macchinisti ha chiesto una moratoria per bloccare l’eventuale smantellamento, ma “adesso la questione è tutta politica”, afferma Luca Benato, della sezione ticinese del sindacato. Il Governo ticinese non si è espresso sulla moratoria, ma toccherà a lui chiedere un incontro con le FFS.
Le ferrovie giustificano i tagli con il fatto che lo scorso anno il settore Cargo ha registrato un deficit di 76 milioni di franchi, di cui 12 nel traffico combinato.
“Il Ticino è particolarmente toccato in generale dal transito del traffico merci, ma anche dal passaggio del traffico interno”, ha ricordato Nara Valsangiacomo, presidente di ProAlps. “Sapere che il Consiglio di Stato prende seriamente questa problematica e che si metterà d’impegno per chiedere soluzioni per noi è fondamentale. Perché all’interno del Ticino noi avremo l’impatto più grande, sia sindacalmente ma anche ambientalmente”.
In attesa di sedersi al tavolo delle trattative, il Comitato contro lo smantellamento scenderà in piazza lunedì 6 ottobre a Bellinzona.