“Una decisione che il Governo ticinese stigmatizza e che evidenzia una volta di più come il sistema sia giunto ai suoi limiti”. L’oggetto del contendere, va da sé, è l’ennesimo aumento dei premi di cassa malati annunciati oggi (martedì) dall’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP), che vedono un aumento del premio medio mensile a livello nazionale del 4,4%, mentre in Ticino – nuovamente il cantone con l’aumento maggiore – si arriva addirittura a un +7,1%.
A stretto giro di posta è infatti arrivata la reazione del Consiglio di Stato ticinese, che in una nota “deplora l’ulteriore incremento, che fa seguito a tre anni di rincari marcati e che rappresenta un ulteriore aggravio per la popolazione, in un contesto di difficoltà”. Per Bellinzona inoltre dall’UFSP e dagli assicuratori malattia è lecito attendersi una maggiore vigilanza sui costi, così che le stime possano essere confermate di anno in anno, “senza necessità di ulteriormente alzare il valore dei premi per pareggiare i conti a posteriori”.
Richiamo alla responsabilità sui costi
Il Governo, che spiega gli aumenti ticinesi con la densità dei fornitori di prestazione, dai volumi delle prestazioni effettuate e dalla struttura demografica, “richiama ogni attore del sistema alla propria responsabilità nel contenere i costi. L’andamento degli ultimi cinque anni mostra che la spesa cresce in particolare nel settore ambulatoriale e in quello dei medicamenti”.
Il Consiglio di Stato a questo proposito sottolinea anche come il Cantone abbia agito con le due moratorie che prevedono il blocco delle autorizzazioni in alcune specializzazioni mediche e nel settore delle cure a domicilio. “Per ridurre il costo dei medicamenti il Consiglio di Stato si è altresì fatto promotore di due iniziative cantonali, attualmente al vaglio del Gran Consiglio” conclude la nota.
30 milioni in più in sussidi
La crescita dei premi comporta un adeguamento automatico della spesa per i sussidi di cassa malati (RIPAM) che, secondo le stime del Governo ticinese, nel 2026 salirà a 453,5 milioni, ossia 30 milioni in più rispetto ai dati di preconsuntivo 2025.

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Notiziario 23.09.2025, 15:00
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