Ticino e Grigioni

Influenza aviaria e galline confinate: “In caso di contagio dovremo eliminarle”

Allevamenti ma anche pollai amatoriali devono rispettare nuove regole contro la diffusione del virus - Le telecamere del Quotidiano della RSI a Bironico

  • 53 minuti fa
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Galline al chiuso

Il Quotidiano 26.11.2025, 19:00

Di: Il Quotidiano-Daniele Coroneo/M. Ang. 

La scorsa settimana il virus dell’influenza aviaria è stato rilevato in alcuni uccelli selvatici nel Canton San Gallo. Da martedì sono quindi in vigore, in tutta la Svizzera, misure di prevenzione: allevamenti di galline ma anche pollai amatoriali devono rispettare nuove regole contro la diffusione della malattia. Norme che causano stress agli animali. Per capirne l’impatto le telecamere del Quotidiano della RSI si sono accese in un allevamento di galline ovaiole a Bironico.

Disinfezione e indumenti protettivi. Per accedere a questo allevamento le misure igieniche sono sempre state queste, ma da martedì vengono seguite ancora più scrupolosamente. Per prevenire la diffusione dell’influenza aviaria, sono infatti in vigore misure stringenti. Il virus non deve entrare e le galline, ora, non possono uscire. “Il fatto di razzolare fuori sicuramente è più interessante per le galline che non stare chiuse in un in una struttura all’interno”, dice alle telecamere del Quotidiano della RSI Marco Manetti, proprietario dell’allevamento Gigi’s ranch.

Uno stress per questi animali, che già hanno tendenze violente nei confronti delle compagne. Ogni giorno qui si raccolgono 1’200 uova, destinate soprattutto alla distribuzione. Un allevamento bio piuttosto grande e che ha potuto costruire un’area esterna coperta. Le galline qui sono dunque relativamente fortunate. Lo stesso non si può dire delle loro simili in altri pollai. “Ci sono diverse persone in Ticino che che, per hobby, tengono poche galline. Dispongono magari di un pollaio ma non di una struttura esterna, riparata e impermeabile ad altri uccelli”, sottolinea Manetti.

Qui a Bironico vengono anche sospese le visite delle scolaresche. Queste le misure di prevenzione. Ma il rischio zero purtroppo non esiste. E allora occorre essere vigili. “Ci sono dei parametri che dobbiamo seguire, come per esempio la diminuzione di produzione, una diminuzione importante, quotidiana o una diminuzione di consumo di mangime e anche di acqua. E se dovessimo vedere una mortalità importante all’interno del branco” a causa dell’aviaria, “purtroppo bisognerà eliminare il branco”, spiega Marco Capodivento, collaboratore dell’allevamento.

Una spada di Damocle. Si cerca di non pensarci troppo e di fare vivere al meglio questi mesi di confinamento, che dureranno sino a fine marzo. “Possiamo paragonarla al COVID-19 che abbiamo vissuto noi. Per noi era un po’ più facile capire la situazione, mentre per le galline è più difficile, per questo abbiamo diverse attività da far svolgere anche a loro”, dice Capodivento. “Manetti spiega di aver provato anche a mettere delle altalene, “però non sono state utilizzate più di quel tanto. Abbiamo in previsione di mettere dei rami dove le galline possono salire per diversificare la loro attività”. Una sorta di parco giochi per galline.

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