Ticino e Grigioni

Klaus ti guarda e capisce quando ignorarti

Alla scoperta del “robot sociale” ideato dall’Istituto Dalle Molle di USI-SUPSI e testato di recente con i cittadini di Lugano

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A Lugano un robot studia l'interazione con i cittadini

SEIDISERA 23.07.2025, 18:00

  • SUPSI
Di: SEIDISERA/Robbiani/Spi 

Klaus è un robot sociale. Uno di compagnia, come dimostra subito porgendoci dei cioccolatini. La sua caratteristica, come spiega ai microfoni di SEIDISERA Antonio Paolillo, ricercatore senior SUPSI all’Istituto Dalle Molle, “è la sua capacità di percepire ciò che lo circonda”.

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A Lugano c'è un robot "sociale"

Il Quotidiano 24.07.2025, 19:00

Nonostante i baffoni appiccicati con la colla, non è un androide. Alla vista è infatti più macchina che uomo. Alto circa un metro e quaranta, può essere allungato di 15 centimetri, ha un braccio solo e una base mobile che ricorda quella di un aspirapolvere robot.

“È in grado di vedere l’ambiente circostante, sia a livello di ostacoli, sia a livello di persone”, afferma il ricercatore. “Dopodiché ciascuna persona è rilevata come potenzialmente interagente oppure no, così che il robot possa elaborare dei comportamenti di interazione proattiva. Se la persona sta badando ai propri affari sul telefonino, il robot si accorge che non vuole interagire e la ignora”. Se invece si è interessati, Klaus si avvicina, allunga il braccio e interagisce. La programmazione di Klaus è un lavoro di Simone Arreghini, dottorando SUPSI all’Istituto Dalle Molle. 

Il robot nelle scorse settimane è stato testato sul pubblico in un ufficio della Città di Lugano. In futuro potrebbe avere anche applicazioni commerciali. “Questo test può essere un Proof of Concept (una dimostrazione pratica, ndr), ad esempio, di un robot cameriere o anche di un info-robot che incontra le persone all’interno un museo”, dice Paolillo.

Potrebbe venir anche utilizzato in una casa anziani per aiutare un ospite in difficoltà. Un impiego positivo della tecnologia, insomma. Che è poi anche quello su cui puntano al campus di Viganello.

“Chat GPT? Una lama a doppio taglio”

“Alla fine è importante sempre dire che l’uomo deve essere al centro”. Nell’ultimo anno e mezzo l’IA ha conquistato il mondo, nel senso che ne parlano un po’ tutti. SEIDISERA ha chiesto al ricercatore Antonio Paolillo dell’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale (IDSIA) come è stata vissuta questa “esplosione”: “Vedendo il processo dall’interno direi che l’abbiamo percepito in maniera differente. Perché sappiamo cosa significa il funzionamento di un’IA dal punto di vista tecnico. L’integrazione nella robotica è avvenuta tramite un processo velocissimo, ma l’utilizzo che se ne fa riprende anche quello che diceva il fondatore dell’istituto in tempi non sospetti. Ossia sul ruolo dell’uomo all’interno dell’uso di questa tecnologia”, sottolinea il ricercatore senior SUPSI, IDSIA USI-SUPSI.

Sui rischi-benefici dell’IA si focalizza invece Simone Arreghini, dottorando SUPSI, IDSIA USI-SUPSI: “Ho finito il mio percorso master qualche mese prima dell’uscita di ChatGPT. Questo tipo di strumento permette di fare cose straordinarie, ma può essere una lama a doppio taglio. Gli studenti sono abituati ad avere qualcosa che la maggior parte delle volte funziona, ma quando smette di farlo sono persi”.

C’è poi l’impiego dell’intelligenza artificiale e della robotica nella guerra. Gli Stati stanno investendo pesantemente in quest’ambito e la guerra in Ucraina, grazie anche all’impiego di armi come i droni, va avanti da tre anni. Basterebbe modificare un algoritmo per trasformare una macchina, che è stata programmata per non investire i pedoni, in un’arma. A tal proposito Arreghini racconta di aver lavorato in alcune aziende di robotica nella zona di Zurigo. “So per certo che facevano firmare dichiarazioni di non usare i loro robot per scopi bellici”.

E qui torna la centralità dell’uomo: “Vorrei aggiungere - conclude Paolillo - che noi viviamo la scienza anche da un punto di vista romantico. Lo facciamo con intenzioni nobili. Non sempre le paure devono avere il sopravvento”.

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