È tempo di riposo per chi lavora nell’edilizia. Iniziano infatti da domani le due settimane di ferie collettive A tener banco, oltre al caldo asfissiante di questo periodo, sono soprattutto gli adeguamenti salariali richiesti per rispondere ai rincari e alla conseguente perdita di potere d’acquisto da parte dei lavoratori.
Un momento di pausa che serve anche per chiedersi come sta il settore edile. Gli addetti parlano di stabilità o di timida ma costante crescita. Ma è univoco il parere verso il calo degli investimenti da parte del Cantone.
“L’evoluzione del numero di appalti pubblici è in calo, siamo attorno a una media di 2 alla settimana contro i 3,28 del triennio pre-pandemia”, riferisce Nicola Bagnovini, direttore della Società Svizzera impresari costruttori sezione Ticino. “Noi sottolineiamo l’assurdità di questa situazione, perché chi ha sostenuto i tagli imposti al Cantone – come le associazioni padronali o i partiti di riferimento delle stesse - oggi sembra sorprendersi delle conseguenze quando queste erano largamente prevedibili”, commenta Giangiorgio Gargantini, segretario UNIA Ticino.
Una mancanza di investimenti pubblici che contribuiscono alla riduzione del margine di lavoro delle imprese. Che si ritrovano a proporre prezzi più bassi per poter vincere il maggior numero di appalti. Con importanti conseguenze anche sulla possibilità di un aumento salariale per i dipendenti, atto a compensare i rincari degli ultimi due anni.
A settembre - specifica Paolo Locatelli dell’OCST - si ridiscuterà un accordo per un adeguamento salariale dal 1° gennaio 2025: “Porremo una rivendicazione di 250 franchi al mese per tutti i lavoratori che dovrebbe andare anche a pareggiare i conti per il mancato rincaro nel 2024”. Bagnovini afferma però che secondo le statistiche nazionali c’è stata la concessione di un rincaro dell’1%.
Un accordo tra le parti pare dunque difficile, quasi quanto lavorare con le temperature che stanno caratterizzando questa estate. E, per affrontarle, non bastano due settimane di vacanza ma è necessario rispettare la sospensione dei lavori a partire dai 33°C. “Non è più solo una questione di caldo durante il giorno. Questa canicola è anche accompagnata da un livello di smog estivo molto elevato e da afa notturna che non permette ai lavoratori di ricaricare le pile per il giorno dopo”, conclude Locatelli.