Ticino e Grigioni

La violenza giovanile a Lugano non smette di far discutere

Dal primo agosto, dopo l’aggressione ai danni di un 19enne, ci si interroga sulla situazione in città - Intervista al direttore della Fondazione Maghetti

  • 2 ore fa
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SEIDISERA del 10.09.2025 - Il Servizio di John Robbiani

RSI Info 10.08.2025, 18:15

  • Ti-Press (foto d'archivio)
Di: SEIDISERA-John Robbiani/M.Mar. 

Il tema della violenza giovanile in Ticino è sempre più discusso, soprattutto da quando, il primo agosto scorso, un diciannovenne è stato brutalmente aggredito alla pensilina dei bus di Lugano. La polizia ha arrestato sei giovani, di cui quattro sono minorenni. La titolare del dicastero sicurezza della Città di Lugano, Karin Valenzano Rossi, ha dichiarato che uno dei punti problematici è il quartiere Maghetti. SEIDISERA ha interpellato Riccardo Caruso, direttore della Fondazione Maghetti, per discutere della situazione.

“Vediamo l’assembramento esterno soprattutto di gruppi di giovani che si ritrovano, che ci risulta vengano anche da fuori Cantone o comunque da fuori Lugano, proprio perché lì trovano un polo di attrazione”, ha spiegato Caruso, sottolineando come questi gruppi sembrino agire con una sorta di impunità negli spazi pubblici “sia fuori che dentro al Maghetti”.

Secondo il direttore ci sono anche molti minorenni, i quali consumano bevande alcoliche; perciò, ci si chiede se i giovani “vengono da fuori con questi alcolici”, o se “li ricevano da questi esercizi pubblici” della città. “Questo è un aspetto che riteniamo debba essere verificato dalle autorità preposte”, ha sottolineato Caruso.

Interrogato sull’evoluzione della situazione rispetto al passato (anni ’80, ’90, primi 2000 e pandemia), il direttore della Fondazione Maghetti ha evidenziato un cambiamento nella “coscienza degli atti, che soprattutto i giovani fanno”. Questo mutamento, a suo avviso, sembrerebbe portare a una reiterazione dei comportamenti problematici, nonostante la presenza di telecamere e altri deterrenti. “Probabilmente è dovuto al fatto che oramai sui social si posta di tutto e di più”, ha commentato Riccardo Caruso, aggiungendo che le conseguenze economiche o penali per questi atti sembrano essere percepite come lievi dai ragazzi.

Di fronte a questa situazione, il direttore ha sottolineato la necessità di “iniziare a intervenire puntualmente, ma a più livelli”, perché i giovani commettono questi gesti, pensando di “rischiare poco”.

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SEIDISERA del 10.08.2025: Il parere degli educatori di prossimità nel servizio di Francesca Calcagno

RSI Info 10.08.2025, 18:18

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