Si è svolto questa mattina a Berna l’incontro fra il comitato “No allo smantellamento” e i vertici delle Ferrovie federali svizzere (FFS). Al centro delle discussioni il taglio dei 40 posti previsti in Ticino e il senso della ristrutturazione. Si è trattato di un incontro dal clima “cordiale” e “costruttivo”, così è stato definito dalle parti. Le posizioni rimangono però piuttosto lontane.
“Sappiamo che sono previste, probabilmente dal punto di vista strategico, altre ristrutturazioni. Noi, sempre strategicamente, pensiamo che non sia la via giusta da percorrere. Noi pensiamo che fondamentalmente sia importante garantire questi servizi per la clientela, garantire questi servizi naturalmente per l’occupazione, ma anche perché questo trasferimento su rotaia non vada indietro e riporti i camion su strada”, ha commentato al Radiogiornale Nara Valsangiacomo per il comitato contro lo smantellamento di FFS Cargo.
Dall’altra le FFS hanno spiegato il quadro legale in cui si muovono, con l’esigenza di tornare dal profondo rosso di oggi alle cifre nere. “Se vogliamo garantire un futuro al traffico merci su rotaia bisogna riorganizzarlo. Adesso inizierà questa procedura di consultazione con le parti sociali. Poi nella primavera dell’anno prossimo vedremo a che punto saremo e come si andrà avanti. Però il processo iniziato andrà avanti per garantire un futuro al traffico merci in Svizzera”, ha affermato il portavoce delle FFS Patrick Walser.
Un processo già avviato, dunque, ma che potrà andare a buon fine solo con la partecipazione e la collaborazione fra le parti, governo ticinese compreso, che già da qualche settimana ha incontrato i vertici delle FFS, dichiarando la sua contrarietà.

Governo e FFS distanti su Cargo
Il Quotidiano 31.10.2025, 19:00







