Ticino e Grigioni

Lavoratori del cinema: “Alt all’iniziativa 200 franchi bastano”

“Il canone non è solo una tassa: è una leva culturale” - SSR perderebbe “la possibilità di coprodurre film e serie svizzere. È uno dei pochi finanziatori fondamentali del settore”

  • Ieri, 21:24
  • 2 ore fa
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Una troupe al lavoro in una foto d'archivio

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Di: ATS/M. Ang. 

Il Gruppo degli autori, registi e produttori di film (GARP) lancia l’allarme contro l’iniziativa “200 franchi bastano!”. I professionisti del cinema temono uno smantellamento dei finanziamenti pubblici, che metterebbe a repentaglio l’intera produzione audiovisiva elvetica.

Venerdì, in occasione del Locarno Film Festival, i lavoratori del cinema hanno fatto sentire la loro voce. Se questa iniziativa verrà approvata, la Società svizzera di radiotelevisione (SSR) “perderà la possibilità di coprodurre o preacquistare film e serie svizzeri. Attualmente è uno dei pochi finanziatori fondamentali del settore”, riassume Aline Schmid, produttrice ginevrina e membro del comitato del GARP. 

Effetto domino su tutto il settore

Va ricordato che il canone non è solo una tassa: è una leva culturale, afferma il GARP. Permette la diversità delle produzioni, sostiene i talenti emergenti e offre al pubblico svizzero storie che lo rispecchiano. Nel 2024, le pellicole elvetiche hanno attirato più di 700’000 spettatori, raggiungendo una quota di mercato record dell’11%. “Non è poco. Questo dato dimostra un vero e proprio attaccamento al nostro cinema”, precisa Elena Pedrazzoli, produttrice e copresidente del GARP.

“Se non finanziamo più i nostri film, lo faranno altri al nostro posto, ma non per raccontare le nostre storie”, ribadisce Marie Fourquet, sceneggiatrice e attrice vodese, presente a Locarno insieme all’attore grigionese Flurin Giger per il tradizionale “Dîner politique” organizzato dal GARP. “Ciò che guardiamo influenza la nostra visione del mondo. È una responsabilità che dobbiamo mantenere”.

Appello alla politica: non ceda a una logica di riduzione cieca del bilancio

In un mondo saturo di immagini provenienti dall’estero, continuare a produrre racconti locali diventa un atto politico. Il GARP invita quindi i rappresentanti politici presenti - tra cui la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider e numerosi parlamentari federali e cantonali - a non cedere a una logica di riduzione cieca del bilancio.

Il cinema porta lavoro sul territorio in bassa stagione

Un altro tema affrontato è il potenziale della Svizzera come location cinematografica. Sebbene diversi cantoni (Ticino, Ginevra e Vallese) abbiano lanciato o potenziato le loro film commission, il Paese resta indietro rispetto ai suoi vicini europei. “Una ripresa cinematografica significa 50-100 persone alloggiate, saziate e attive sul territorio per diverse settimane”, ricorda Schmid. “Si tratta di un’economia immediata per le regioni, soprattutto in bassa stagione”.

Incentivi al cinema, la Svizzera rimane timida. Manca la volontà politica

Incentivi come crediti d’imposta, finanziamenti pubblici o sportelli semplificati sono ormai la norma in Francia, Italia e Belgio. La Svizzera, invece, rimane timida. Per il GARP è giunto il momento di entrare a pieno titolo nell’economia creativa mondiale: il Paese ha i paesaggi, le competenze tecniche, la stabilità logistica ma gli manca la volontà politica.

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