Ticino e Grigioni

Lotta svizzera, ci piace l’odore della segatura al mattino

A Biasca sabato la Festa cantonale dedicata a questa popolare disciplina che cerca di appassionare anche il Ticino - In un video l’ABC insegnato al profano

  • 19 settembre, 16:55
  • 19 settembre, 17:14
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L’ABC della lotta svizzera

RSI Info 19.09.2025, 16:34

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Di: Stefano Pianca, riprese Julie Kühner/montaggio Riccardo Prioglio 

“Se assaggi una volta la segatura, poi ti scorrerà per sempre nel sangue”. Il truciolato, rigorosamente di abete e non di castagno (“perché le scaglie di quel legno ferirebbero la pelle”, fa notare Edi Ritter), è quello dei cinque anelli, ognuno del diametro di 12 metri, sul grande prato a Biasca, dove domani, sabato, circa 200 lottatori, tra cui 9 ticinesi e 11 coronati federali, si sfideranno alla Festa cantonale ticinese di Lotta Svizzera.

L’evento torna, a tre anni di distanza dalla prima edizione e a poco più di due settimane dalla Festa federale che si è tenuta a Mollis. Si fa un balzo, quindi, dal canton Glarona al Ticino, dove questa disciplina, regina nella Svizzera centrale, dopo aver messo le prime radici è ancora impegnata a germogliare. Fu, appunto, Edi Ritter, nel 2012, a fondare il primo sodalizio ticinese con l’obiettivo di coinvolgere i giovani.

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Loris Di Pietro, presidente dell’Associazione ticinese di Lotta Svizzera

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Il testimone nel frattempo è passato a uno di questi ex ragazzi, Loris Di Pietro, attuale presidente dell’Associazione ticinese di Lotta Svizzera e braccio destro di Bruno Schiavuzzi nell’organizzare la Festa a Biasca. Ed è proprio Di Pietro a mostrare nel video, qui sopra, l’ABC di questo sport, compresa qualche mossa (non le più impegnative, perché non è una disciplina che si apprende in poche ore). Anche perché, se l’obiettivo è schienare l’avversario, i modi per arrivarci sono almeno un centinaio. E ognuno si è conquistato un appellativo: dallo spettacolare “Brienzer”, con cui si solleva e si fa ruotare lateralmente l’avversario, al potente “Bur” con cui la rotazione viene eseguita quando lo sfidante è già nella segatura.

A differenza di altri sport di combattimento, nella lotta svizzera non ci sono categorie di peso: tecnica, forza e strategia risultano fondamentali. Ci sono tuttavia dei limiti di età, consigliati, per praticarla a livello agonistico. Le forze in gioco sulle articolazioni e sulle vertebre cervicali, quando, ad esempio, inarcando la schiena ci si oppone al tentativo di atterramento, possono essere enormi anche per via della massa degli atleti.

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Edi Ritter, il primo e storico promotore della lotta svizzera in Ticino

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Secondo Ritter, che di anni ne ha quasi 75, “la lotta, allenandosi sempre, si può praticare ad alti livelli sino a 35 anni. I più vecchi arrivano fino a 39, ma dopo basta. Quando ci si afferra per i pantaloni si mettono in gioco tutti i muscoli, anche quelli del mignolo. Il giorno dopo aver affrontato le sei gare di un torneo, se uno non è ben allenato, ha male dappertutto. Dopo una certa età, per tendini, muscoli e articolazioni, può anche essere, tra virgolette, pericoloso. Ma se assaggi una volta la segatura, la passione ti rimane dentro anche quando sei solo spettatore”.

Uno spettacolo cui si potrà assistere dal vivo, a Biasca, oppure comodamente seduti davanti a uno schermo su RSI La1 che trasmetterà l’evento in diretta e, in streaming su Play RSI, sabato dalle 10.30 e fino alla “Schlussgang”, la gara finale, che inizierà alle 17.00.

Le prime tracce e la riscoperta nel ‘800

La lotta svizzera, o Schwingen, è molto più di uno sport: è un rituale che affonda le sue radici nella vita rurale delle Alpi. Le prime tracce scritte risalgono al XV secolo, ma già nei secoli precedenti i contadini e i pastori si sfidavano in gare di forza durante fiere e feste popolari. La prima raffigurazione, risalente al XIII secolo, si trova in un’incisione nel coro ligneo della cattedrale di Losanna. Nel XIX secolo, con la nascita dello Stato federale, la lotta svizzera venne riscoperta come espressione autentica dell’identità nazionale. Il primo festival federale si tenne nel 1895, sancendo l’inizio di una tradizione che oggi unisce sport, cultura e orgoglio elvetico. Il titolo di Schwingerkönig (re della lotta) è tra i più ambiti, e il vincitore riceve spesso un toro come premio, simbolo di forza e prestigio.

Tremila lottatori attivi e 450’000 bratwurst

La lotta svizzera coinvolge circa 3’000 lottatori attivi e altrettanti giovani in formazione. Con sostenitori e membri associativi, si stimano oltre 50’000 persone coinvolte. Numeri che poi si moltiplicano in occasione della Festa federale di lotta svizzera e dei giochi alpestri che si svolge ogni tre anni. La recente edizione, svoltasi dal 15 al 31 agosto a Mollis (Glarona), ha attirato complessivamente mezzo milione di appassionati (con punte di oltre 56’500 spettatori al giorno). Alla prima edizione della Festa cantonale ticinese, nel 2022 a Cadenazzo, assistettero oltre 4’000 persone. I queste competizioni i premi non sono in denaro, ma consistono in beni naturali come torelli e campanacci. L’evento genera consumi elevati (270’000 litri di birra, 450’000 bratwurst, secondo le stime degli organizzatori glaronesi della Festa federale).

10:29

Lotta svizzera a Biasca

Prima Ora 18.09.2025, 18:00

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