La Festa dei Popoli ha trasformato Locarno in un vivace mosaico di culture, tra danze, sapori e testimonianze che raccontano l’integrazione come percorso concreto e quotidiano. Un evento che, nel centenario del Patto di Locarno, ha voluto ricordare che la pace si costruisce anche attraverso il riconoscimento reciproco. Qui, le varie associazioni culturali delle comunità di stranieri presenti sul territorio hanno animato la Piazza Grande.
“La società svizzera è ormai composta per oltre il 50% da persone con retroterra migratorio ed è quindi significativo che questa diversità venga celebrata e valorizzata attraverso eventi come questo”, ha ricordato ai microfoni RSI Michela Trisconi, delegata cantonale per l’integrazione.

Accanto alla festa, spazio anche ai progetti che favoriscono l’inclusione: corsi di lingua, attività interculturali e iniziative di sostegno tra famiglie. “Conoscendo e comprendendo la lingua del posto, così come districandosi con le tecnologie del quotidiano ci si integra”, ha spiegato Francesca Di Nardo. “Quindi si è parte della comunità e della società”.
Un esempio concreto arriva dall’associazione L’ora, che affianca famiglie migranti con famiglie locali. “Le famiglie che fanno fatica con la lingua vengono accompagnate da chi ha le risorse per aiutarle a orientarsi nel territorio”, ha indicato Anna Canonica, responsabile amministrativa.
In un mondo segnato da conflitti, la Festa dei Popoli ha offerto un messaggio semplice ma potente: l’incontro tra culture non è solo possibile, è necessario.

SEIDISERA del 21.09.2015 - Festa dei popoli
RSI Info 21.09.2025, 18:53
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