APPROFONDIMENTO

Negozi in crisi, che fare?

A Bellinzona, ma non solo, il commercio al dettaglio soffre. Uno sguardo sui problemi che stanno colpendo il settore. “La politica deve agire, ma in fretta”

  • 4 aprile, 05:47
  • 4 aprile, 09:37

Bellinzona: negozi cittadini in difficoltà

SEIDISERA 03.04.2024, 18:08

  • © Ti-Press / Alessandro Crinari
Di: SEIDISERA/RSI Info

In meno di sei mesi a Bellinzona almeno cinque negozi hanno deciso di chiudere, ed entro la fine dell’anno altri hanno già evocato l’intenzione di cessare l’attività. Una situazione che sembra si trascini da prima della pandemia. 

“La situazione è molto traballante e purtroppo sento tanta sfiducia tra i commercianti”, spiega la presidente della Società commercianti di Bellinzona, Claudia Pagliari, ai microfoni della RSI. “Troppe le pressioni per fatti che riguardano il commercio, ma anche che non lo riguardano direttamente: le questioni politiche sicuramente non portano del buon umore, così come le guerre in atto, che creano sfiducia, perché, in un qualche modo, siamo tutti coinvolti. Inoltre ci sono i costi dell’energia e quelli del personale, che non ci possiamo più permettere. Si lavora 7 giorni su 7 e a un certo punto si molla, perché non ce la si fa più”. “Io ho un negozio di intimo, pigiami e accessori”, prosegue Pagliari, “ma sono anche grossista, quindi ho una visione anche per i prossimi mesi relativamente ai preordini dei negozi. E vedo problemi anche lì, a livello svizzero, non solo ticinese. Questo preoccupa ancora di più, perché il resto della Svizzera di solito era un po’ protetta da questi fattori”.

“Come società commercianti di Bellinzona, il margine di manovra per attirare clienti in città è limitato”, conclude la presidente. “Noi facciamo tantissimi eventi per portare la gente in centro, per renderlo vivace, e siamo una delle società di commercianti a livello svizzero che lavora di più su quello che riguarda gli eventi in città. Però il problema è che non possiamo fare tutto noi, abbiamo bisogno che la politica intervenga. Ci sarebbero tante cose da fare, però in modo urgente e purtroppo la politica ha dei tempi molto lunghi che, in questo momento, non ci possiamo permettere”. Claudia Pagliari ci tiene a precisare che, malgrado le difficoltà, cerca di rimanere ottimista e propositiva. Tuttavia il problema rimane, e non riguarderebbe solo Bellinzona.

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Interno del MusicConnection di Bellinzona, una delle tante attività che hanno chiuso i battenti negli ultimi mesi

  • Ti-Press

“Non siamo mai tornati alla ‘normalità’

Lorenza Sommaruga, presidente dell’associazione mantello Federcommercio, conferma la situazione: “Evidentemente non si è mai tornati alla normalità. Anche se il periodo del Covid è stato molto difficile, dopo un periodo di grande solidarietà a metà dell’anno scorso, tutti i piccoli e grandi negozi stanno rilevando delle grandi difficoltà, e l’inizio di quest’anno non è stato per niente facile.”

Negozi in difficoltà: la posizione della Federcommercio

SEIDISERA 03.04.2024, 18:09

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“Comprendo bene che c’è chi da qualche mese subisce difficoltà economiche, e penso soprattutto alle piccole attività normalmente gestite da famiglie, che quindi mettono in gioco i proprio beni finanziari. Solo che tutto ha un limite, e a un certo punto forse si voleva vedere un piccolo miglioramento, che quest’anno a marzo ancora non abbiamo sentito”. In merito agli aiuti a corto termine da parte della politica, “ricordo che quando abbiamo avuto dei problemi, è stata presente in maniera molto imponente. Quello che però potrebbe fare ora è agevolarci con la burocrazia, che ci prende tempo e costa. Inoltre, il Ticino è turismo, ma dovrebbe diventare un turismo che abbia dei progetti in alternativa al bel tempo. Dobbiamo riuscire a vedere più lontano in questo senso, perché se il turismo funziona ne traggono beneficio tutti. Io credo che questo sia l’anno decisivo, dove si vogliono vedere cambiamenti in questo senso”.

“E’ un cambiamento di paradigma”

“Non è un problema solo ticinese”, afferma Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio del canton Ticino. “Proprio in questi giorni mi sono confrontato con i colleghi di Zurigo e Ginevra. Si parla di crisi anche in Bahnhofstrasse, con la partenza di Jelmoli, Manor, Franz Karl Weber... che si è ritirato anche da Ginevra. Poi Esprit, altra marca importante che ha chiuso tutti i punti vendita in Svizzera... C’è verosimilmente un cambiamento epocale che riguarda tutto il mondo del commercio al dettaglio. Non è un problema esclusivamente ticinese bensì svizzero, e direi generale, proprio di cambiamento di paradigma”.

Il parerere di Luca Albertoni (Cc-Ti)

SEIDISERA 03.04.2024, 18:14

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“È evidente che la situazione è anche data dal contesto internazionale”, conclude Albertoni. “Se pensiamo che anche l’industria ‘tossisce’ un po’ a causa di tutti questi conflitti che abbiamo a livello mondiale e che creano un’incertezza enorme. Con catene di approvvigionamento complesse e più costose, le difficoltà ci sono un po’ per tutti in questo momento, proprio perché il contesto generale non aiuta e crea un’incertezza veramente molto forte che, di riflesso, va a toccare in particolare un settore già in difficoltà come quello del commercio al dettaglio”.

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