Nelle prossime settimane il Consiglio comunale di Locarno dovrà esprimersi su un credito di 3 milioni di franchi per fronteggiare il problema delle neofite invasive, una vera e propria piaga che infesta la flora ticinese. Si tratta spesso di piante importate, che colonizzano rapidamente il territorio e mettono a repentaglio l'esistenza di altre specie.
Il fenomeno è diffuso in tutto il Ticino e diversi comuni hanno varato dei piani d'azione per limitarlo. Un caso particolarmente eclatante è quello di Locarno, dove lungo le rive della Maggia la minaccia di un argine presto "completamente invaso dal poligono del Giappone" è concreta.
Il poligono del Giappone, fotografato lungo il Cassarate una decina di anni fa
Sono le parole di Giovanni Monotti, ingegnere forestale e consigliere comunale, che parla di un approccio volto "al contenimento delle piante neofite piuttosto che una sua totale eliminazione".
Le neofite colonizzano il suolo portando alla "riduzione delle specie autoctone", spiega l'ingegnere forestale, "fino al loro annullamento". La loro diffusione è molto ampia e, in passato, è stata favorita dagli stessi tentativi di ostacolarla.
Non si può semplicemente raccogliere la terra impollinata e trasportarla altrove: si sposta il problema. "Lo smaltimento del terreno contaminato dal poligono deve essere fatto in maniera molto accurata" dichiara Pier Mellini, relatore del rapporto sulla questione. Per risolvere "bisognerebbe toglierlo e bruciarlo".
La palma "ticinese"
È troppo tardi per intervenire?
Le neofite invadono la cittadina sul Lago Maggiore per una superficie pari a quella di "60 campi da calcio". Il problema non è circoscritto solamente al poligono giapponese, ma anche e soprattutto alle palme che dominano il Parco Robinson. La loro presenza è tale che Monotti l'ha definita "una bomba orologeria". È troppo tardi per disinnescarla?
"Non è mai troppo tardi per iniziare una lotta contro le specie invasive" sostiene Gisella Novi, collaboratrice scientifica alla sezione protezione aria acqua e suolo del Dipartimento ticinese del territorio. "Non siamo ancora in una situazione in cui non è possibile risolvere situazioni apparentemente compromesse".
Locarno non è la sola ad affrontare l'annoso grattacapo; sono diversi i comuni - come Bellinzona, Lugano, Stabio e Mendrisio - che negli ultimi tempi hanno applicato o si avviando ad applicare alcune strategie per contrastare la diffusione delle neofite. Strategie che hanno portato anche a risultati positivi, come è il caso della Valle di Blenio, dove una "lotta coordinata tra i vari comuni ha portato diverse situazioni risolte".
Gli ambienti protetti, come "i biotopi e i boschi di protezione", sono i più vulnerabili e meritano un'attenzione particolare contro i pollini stranieri, il cui gruppo ogni anno rinverdisce e si allarga. Tra le ultime arrivate si cita la Nassella, coltivata per abbellire aiuole pubbliche e rotonde.
Un problema su cui la divisione dell'ambiente del Dipartimento del territorio si è già pronunciata, "chiedendo a tutti i comuni di non utilizzarla più negli spazi pubblici".
Seidisera del 16.04.2023 - Il servizio di John Robbiani: le neofite in Ticino
RSI Info 16.04.2023, 20:17
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