Il docente 61enne delle elementari di Montagnola, comparso martedì davanti alla Pretura penale per rispondere delle imputazioni di violazione del dovere di assistenza o educazione, coazione e ripetute vie di fatto ai danni di suoi allievi si difende: “Non erano gesti punitivi ma interventi educativi ludici". Una tesi, questa, emersa durante il dibattimento presieduto dal giudice Siro Quadri.
Un dibattimento particolarmente vivace nel corso del quale sono stati sollevati dubbi sull’inchiesta, definita dalla difesa “lacunosa” e nel corso della quale sarebbe stato violato “il principio del contraddittorio”. Le testimonianze dei maltrattamenti raccolte sono quelle delle mamme delle presunte vittime, non dei bambini, che non sono mai stati sentiti dagli inquirenti e tutto questo in assenza dell'avvocato della difesa, è stato sottolineato in aula.
L'imputato, già sanzionato a livello amministrativo per i suoi comportamenti, ha sostenuto davanti al giudice che i suoi erano “gesti educativi” e non violenze. Una tesi contestata con veemenza dall'accusatrice privata. Accusatrice che ha chiesto la conferma del decreto d'accusa. La difesa, dal canto suo, l'abbandono del procedimento o il proscioglimento totale. La sentenza verrà comunicata lunedì in tarda mattinata.
CSI/bin