Ticino e Grigioni

Parità salariale, controlli sulle aziende con più di 50 dipendenti

La soglia si è abbassata (era a 100) per raggiungere le piccole e medie imprese. Previste anche sanzioni

  • 2 ore fa
02:56

Nuove analisi sulla parità salariale

Il Quotidiano 16.10.2025, 19:00

  • Ti-Press
Di: Il Quotidiano/B. Botti/M. Ang. 

Il Ticino ha uno strumento in più per verificare la parità salariale nelle aziende perché verranno controllate quelle con più di 50 dipendenti. La soglia si è abbassata (da 100 a 50 dipendenti) per raggiungere le piccole e medie imprese.

Ogni anno sono centinaia i concorsi pubblici a cui le ditte possono partecipare, nei campi più svariati: costruzioni, ristorazione, tecnologia, servizi di consulenza. Una galassia variegata, nella quale si vuole fare chiarezza sul fronte della parità salariale. E non più, come fatto in una prima fase, controllando ditte da 100 dipendenti in su ma, appunto, scendendo a 50.

“Il tessuto economico del Canton Ticino è composto da aziende molto più piccole, quindi era importante andare a controllare anche” queste - spiega ai microfoni del Quotidiano della RSI Rachele Santoro, delegata per le pari opportunità -. E oltre a questo si è presa in considerazione anche una soglia di 20’000 franchi per controllare quelle aziende che hanno ricevuto comunque delle commesse di una certa importanza”.

Una scelta che hanno fatto anche altri Cantoni, firmando la carta per la parità salariale, su impulso della Confederazione. In Ticino, in questi giorni, una decina di ditte verrà contattata per i controlli. Il modulo dovrà contenere informazioni come gli anni di servizio dei dipendenti, le funzioni, il salario base, le ore di servizio. Le ditte verranno estratte a sorte. “Una volta estratte, vengono contattate e poi vengono messe in un secondo momento in contatto con l’organo di controllo, perché è un organo esterno al Cantone, che fa una procedura sua, con dei criteri molto seri anche di expertise”, spiega Santoro.

Un ente esterno, che lavora in tutti i cantoni e con gli stessi standard. E che analizza il valore del lavoro di ogni azienda per certificarne la parità salariale. A farlo sarà Marianne Schär Moser, psicologa del lavoro, esperta di parità salariale. “Un salario viene pagato uguale se il valore del lavoro è uguale: allora, prima si deve considerare queste funzioni in una ditta e vedere come si definisce questo valore di lavoro e poi solo dopo l’analisi si può dire qualcosa, spiega Schär Moser”. Un’esperienza che porta l’esperta a dire che chi sbaglia non lo fa intenzionalmente. “Ci sono situazioni in cui la ditta non vede se veramente, per un lavoro di valore uguale, è pagato un salario uguale, come dice la nostra Costituzione. Non lo fanno apposta ma ci può essere un problema perché non hanno mai controllato, perché non hanno forse saputo come definire il valore del lavoro”.

Le multe per chi non rispetta la parità salariale vanno dal 20% del valore della commessa pubblica, sino all’esclusione per 5 anni da tutti gli appalti.

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