Ticino e Grigioni

Preventivo ‘26: in aula a dicembre quattro rapporti

Profonde divisioni nella politica ticinese: un rapporto di maggioranza (firmato da PLR e Centro) e addirittura tre di minoranza (uno PS-Verdi, uno della Lega e uno dell’UDC)

  • 17 minuti fa
Foto d'archivio del Gran Consiglio ticinese
04:50

Quattro rapporti sul preventivo cantonale

SEIDISERA 02.12.2025, 18:00

  • Tipress
Di: SEIDISERA-Marcello Ierace/M. Ang. 

Adesso è ufficiale: il prossimo 15 dicembre il Parlamento cantonale ticinese potrà discutere e votare i conti preventivi del 2026. Oggi (martedì) era l’ultimo giorno a disposizione della Commissione della Gestione per evitare il rinvio a gennaio e i rapporti sono effettivamente arrivati, ben quattro. E basterebbe questo per avere un’idea della profonda spaccatura nella politica ticinese. Il doppio sì alle iniziative sulla cassa malati dello scorso 28 settembre ha radicalizzato ulteriormente le posizioni, rendendo di fatto impossibile trovare accordi. E così, appunto, il preventivo 2026 arriverà sui banchi del Gran Consiglio fra due settimane, accompagnato da ben quattro rapporti: uno di maggioranza (firmato da PLR e Centro) e addirittura tre di minoranza (uno PS-Verdi, uno della Lega e uno dell’UDC). Il rapporto di PLR e Centro è stato anticipato anche da una nota stampa congiunta in cui si parla di assunzione di responsabilità.

Quindi, come conferma ai microfoni di SEIDISERA della RSI anche Maurizio Agustoni del Centro, sì al preventivo ma...: “Noi dal preventivo stralciamo l’aumento delle imposte di circolazione perché riteniamo che sarebbe stato tradire la volontà popolare espressa recentemente. E poi chiediamo al Consiglio di Stato di presentare, già a febbraio, il suo messaggio su come intende applicare e far entrare in vigore le iniziative popolari del settembre scorso e, come strumento di pressione, sia per il Consiglio di Stato sia per noi. abbiamo stabilito nel decreto di approvazione del preventivo che le iniziative entreranno in vigore, così come sono state approvate dal popolo, il primo gennaio 2027”.

Socialisti e Verdi chiedono invece che le iniziative entrino in vigore già il mese prossimo, così come respingono le misure di risparmio a cui si oppongono pure i sindacati. Proposte che non hanno però trovato alleanze in commissione. Ivo Durisch (PS) spiega che: “C’è stato detto un no a un rapporto di minoranza che abbiamo portato la settimana scorsa, dove eravamo disposti, grazie ai soldi che verosimilmente ci saranno della Banca nazionale, a mettere in vigore subito con un anno transitorio le due iniziative votate al 28 settembre. Un rapporto che non avrebbe infranto il freno al disavanzo, non avrebbe chiesto nuove imposte a nessuno, come in qualche modo ci rimproverano gli altri partiti e avrebbe avuto il pregio di dare un grosso sollievo al ceto medio. Purtroppo questa proposta ragionevole, penso per motivi partitici, è stata rifiutata da tutti gli altri”.

Anche a destra non si è riusciti a trovare un accordo. Si pensava all’inizio che ci fosse la possibilità di un rapporto congiunto Lega-UDC. Invece non è così. A dividere, tanto per cominciare, è il fatto che la Lega abbia annunciato un rapporto ma che nel concreto ancora questo documento non ci sia. L’UDC - così ha confermato alla RSI anche Roberta Soldati - lascia ancora la porta aperta agli ex alleati ma intanto tira dritto con le sue proposte. “Quello che abbiamo inserito nel nostro preventivo è un decreto legge che prevede la non sostituzione del 50% dei partenti, che dovrebbe portare ad un risparmio di più o meno 10/12 milioni di franchi e siamo contrari all’aumento del valore di stima del 15%. Ed è per questo che, stamattina, abbiamo presentato in Commissione per portarlo in Gran Consiglio ancora il mese di dicembre e andrà davanti al popolo, l’iniziativa popolare costituzionale che chiede la neutralizzazione dei valori di stima”.

E in effetti le proposte dell’UDC sono anche quelle messe sul tavolo in questi anni dalla Lega. Perché non firmare un rapporto insieme? “Il rapporto dell’UDC, in sostanza, a me piaceva molto ma non conteneva un decreto sulle cifre e quindi portava - da quello che capisco io della dinamica giuridica - a un amministrazione controllata o shutdown e quindi, diciamo così, non me la sono sentita di essere così hard liner (intransigente, falco, ndr)”, risponde Boris Bignasca.

Con quattro rapporti c’è comunque il rischio che il preventivo non passi, a meno che, come è successo a giugno, con il consuntivo 2024, la Lega non decida di astenersi e quindi PLR e Centro avrebbero i numeri per una maggioranza. “Queste sono previsioni parlamentari che lascio ai giornalisti. E comunque non dimenticherei il valore dei piccoli partiti: con due, 3 o 4 deputati, comunque possono essere decisivi”.

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