La Corte delle Assise Correzionali, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, ha prosciolto i due avvocati luganesi comparsi alla sbarra una settimana fa.

Due avvocati a processo
Il Quotidiano 26.04.2022, 21:00
La vicenda risale al 2017, quando il titolare dello studio di via Nassa mise in contatto un facoltoso cliente italiano, impegnato a nascondere il suo patrimonio, e l’ex fiduciario Paolo Clemente Wicht, che accettò di fornirgli la schermatura fiduciaria prima garantitagli dal legale.
Presumibilmente l’avvocato sapeva che Wicht avrebbe prodotto una documentazione bancaria fasulla, attestando di essere l’avente diritto economico dei beni. Ma questo – ha stabilito la Corte – non è ancora sufficiente per imputare anche a lui la falsità in documenti.
Nessuna falsità in documenti nemmeno per quanto accadde il 30 agosto 2018, quando (su suo ordine) il collaboratore del 50enne fece firmare a Wicht, in carcere, delle carte retrodatate. Una circostanza accertata nei fatti, sì, ma non in diritto. Dal profilo giuridico – ha spiegato Pagnamenta – mancano cioè gli elementi costitutivi del reato.
La Corte ha comunque respinto le istanze di indennizzo degli imputati, difesi da Pascal Del Prete ed Edy Salmina. Questo perché furono loro stessi, con il proprio comportamento, a provocare l’apertura del procedimento penale e a ostacolarne il corso.
L’accusa valuterà ora se ricorrere o no contro la sentenza. In aula il procuratore pubblico Daniele Galliano aveva chiesto la condanna dei due a otto mesi di carcere sospesi e, rispettivamente, a una pena pecuniaria di 180 aliquote giornaliere (pure sospese).