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Se l’oro corre, l’artigianato deve brillare ancora di più

Il metallo prezioso mai così caro, ma per gli orafi - ne abbiamo intervistati due - l’impatto è attenuato da altri fattori: “Soffre di più la produzione in serie, l’unicità ha ancora un valore”

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L'antica arte di modellare con il fuoco

  • Archivio Reuters
Di: Stefano Pianca 

L’oro vale sempre di più, la sua quotazione è ormai accecante (attorno ai 109’000 franchi al chilo), ma per le botteghe che forgiano gioielli l’impatto è attenuato da altri fattori. Ne abbiamo parlato con due orafi ticinesi, Claudio Messi e Maruska Riva, entrambi titolari di una propria lavorazione artigianale a Lugano.

“È innegabile che ci sia un rallentamento, soprattutto nelle vendite più spontanee o legate a piccoli regali occasionali”, prende la parola Riva. “I clienti sono consapevoli dell’aumento dei prezzi, e questo ha un’influenza sulle loro decisioni d’acquisto”. Tuttavia, “stiamo parlando di pochi grammi di materiale per la maggior parte dei gioielli. Su un anello di media fattura, l’aumento può tradursi in qualche centinaio di franchi in più, paragonabile magari al costo di una cena al ristorante”.

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  • BullionVault.com

Messi, da parte sua, sottolinea come la quotazione dell’oro vada contestualizzata storicamente: “È vero che in un anno è quasi raddoppiata, però va sempre rapportata all’epoca”. A riprova di ciò, valori considerati elevati in passato sembrano oggi quasi irrisori: “Negli anni ’70, per acquistarne un chilo bastavano 5’000 franchi, che però erano un sacco di soldi. Adesso 100’000 franchi sono un sacco di soldi. In realtà è la moneta che non vale più niente”.

Il valore del gioiello artigianale

Maruska Riva sottolinea invece come sia fondamentale distinguere tra la gioielleria commerciale dei grandi marchi e il lavoro degli artigiani orafi. “Per i brand di lusso, il costo del materiale incide in misura minore sul prezzo finale, che è determinato soprattutto da fattori come il marchio, il design e il marketing. Per noi artigiani, invece, che lavoriamo su creazioni uniche e personalizzate, l’impatto è più diretto”.

Ma è proprio in questa sfida che si celano nuove opportunità. “Paradossalmente, questa situazione sta portando a una riscoperta del valore intrinseco del gioiello artigianale”, afferma Riva. “I clienti sono più attenti e consapevoli, cercano pezzi con un significato più profondo, non solo per ostentazione”.

Messi conferma questa tendenza, osservando come il mercato della gioielleria abbia dovuto adattarsi non solo alle fluttuazioni dei prezzi, ma anche ai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori. “Certe tradizioni, penso all’anello per il fidanzamento o al compimento dei 18 anni, si sono perse,” ricorda l’orafo. “Ai tempi che furono era abitudine regalare gioielli più o meno importanti per le occasioni. Poi sono subentrate l’elettronica, i viaggi, le vacanze...”.

“Sul costo può incidere più la pietra del metallo”

Di positivo c’è, riprende Riva, la maggiore consapevolezza del valore intrinseco dei monili: “Si sta diffondendo una filosofia del ‘meno ma meglio’. I clienti preferiscono investire in pochi pezzi di qualità”. In parallelo, l’aumento del prezzo dell’oro sta anche rivitalizzando pratiche come il riutilizzo di vecchi gioielli. “Sempre più persone chiedono di trasformare oggetti in disuso, magari ereditati o legati a ricordi passati, in nuove creazioni: pezzi unici e carichi di significato personale”, racconta Riva. “Questo permette di dare nuova vita a un oro che altrimenti resterebbe chiuso in un cassetto”.

Anche perché – e questa è la premessa sottintesa all’inizio – il prezzo dell’oro è solo uno dei fattori che determinano il costo di un gioiello. La lavorazione, i componenti e le eventuali pietre preziose giocano un ruolo altrettanto importante. “Se abbiamo delle pietre che costano un patrimonio, il costo del metallo in rapporto è relativamente basso”, afferma Messi.

Il ritrovato splendore del platino

Un’altra opportunità emerge dall’utilizzo di materiali alternativi, come spiega Riva: “Il platino, ad esempio, sta vivendo una nuova stagione. In passato era considerato una specie di status symbol per il suo costo elevato. Oggi, con l’oro alle stelle, diventa un’alternativa interessante, soprattutto per chi cerca il colore luminoso tipico dell’oro bianco ma senza la necessità di una rodiatura periodica”.

La corsa dell’oro al rialzo sta ridando centralità alla figura dell’artigiano orafo. “A mio parere, le grandi catene che producono in serie soffrono di più in questo momento”, osserva Riva. “Noi artigiani possiamo offrire un servizio su misura, trasformando vecchi gioielli o creando pezzi unici. Il cliente paga il nostro lavoro e la nostra creatività, non solo il peso dell’oro”. Anche per questo, nelle realtà artigianali non è pratica fare scorte di metallo per anticipare eventuali rialzi: “La nostra non è una produzione di massa,” spiega Messi. “Quando ho bisogno di oro, lo compro”.

In conclusione, l’oreficeria artigianale sembra brillare di luce propria, al di là delle fluttuazioni del prezzo del metallo prezioso, grazie alla sua capacità di creare valore attraverso la creatività, la personalizzazione e il significato emotivo dei gioielli. Emotiva, conclude Messi, è anche la reazione al rialzo dell’oro: “Oggi ne parlano tutti, ma passata la novità, nessuno ci farà più caso”.

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Anche in Ticino è corsa all'oro

Il Quotidiano 15.10.2025, 19:00

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