I tecnici del Cantone hanno presentato martedì a Cevio la nuova carta dei pericoli per il fiume Bavona, che evidenzia le zone più sensibili dei 12 chilometri del corso d’acqua. Tra la cinquantina di persone presenti non è mancato un forte sentimento di preoccupazione per il futuro delle loro proprietà lungo il fiume, come ha affermato una di loro ai microfoni del Quotidiano della RSI: “Per me è importante vedere se i miei tre rustici si possono ricostruire o no”.
Attualmente sono 15 le strutture che rientrano nella zona rossa, ma la priorità principale è chiara agli addetti ai lavori che hanno prodotto la carta: “L’obiettivo è la salvaguardia delle vite umane”, afferma Simone Balzarini, ingegnere dell’Ufficio dei corsi d’acqua, “poi chiaramente anche le vie di comunicazione e le varie infrastrutture più o meno sensibili e importanti”.
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La carta dei pericoli si sovrappone a quella dei riali della sponda sinistra, presentata a luglio. Assieme saranno utili agli enti locali come base per elaborare i nuovi piani di emergenza e soprattutto per pensare a nuove opere di premonizione.
Il Municipio si vuole già muovere in questo senso, conferendo ai geologi un mandato per preparare dei piani d’emergenza, ha comunicato la sindaca di Cevio Wanda Dadò. Dadò, ha anche precisato che “nel frattempo si avvieranno le opere di premonizione”, sperando che “magari, degli oggetti che stasera sono in zona rossa potranno cambiare”.
Nonostante il clima di apprensione, la sindaca si è comunque detta fiduciosa per quanto riguarda un ambito: i costi. Per quanto non siano sostenibili dal solo Comune, Dadò ha rassicurato la popolazione, affermando che “su questo la Confederazione è veramente disponibile all’ascolto”.
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