I feriti si contano a migliaia
I feriti si contano a migliaia (keystone)

Beirut, il mondo si mobilità

Scatta l’aiuto internazionale per sostenere il Libano dopo le esplosioni che hanno flagellato la capitale - Oltre 130 i morti e centinaia di dispersi

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La comunità internazionale si sta mobilitando per aiutare il Libano, dopo le violentissime esplosioni che hanno flagellato la capitale Beirut, dove martedì sera migliaia di tonnellate di nitrato d'ammonio stoccate nell'area del porto sono saltate in aria provocando enormi danni in gran parte della città.

Molti paesi hanno già disposto l'invio di esperti e aiuti umanitari per far fronte all'emergenza. La Croce Rossa internazionale è sul posto e ha già cominciato a fornire materiale medico, ha confermato mercoledì sera alla RTS il direttore Robert Mardini.

Mardini, cittadino svizzero-libanese, ha dichiarato di "essere scioccato", per quanto successo in un paese già alle prese con una crisi economica che lo ha messo in ginocchio.

Esplosioni a Beirut: la cronaca di mercoledì

Centinaia di dispersi

Il bilancio ufficiale parla finora di oltre 130 morti e 5'000 feriti: numeri destinati a cresce in quanto i dispersi si contano ancora a centinaia. Il Libano, spiega alla RSI Olivier Maizoué di Medici Senza Frontiere, è un paese con un sistema ospedaliero molto sviluppato, ma molti ospedali a Beirut, quelli che si trovano vicino all'area del porto devastata dalle esplosioni, hanno subito danni strutturali e hanno dovuto spostare i pazienti in altri nosocomi. "Se sarà necessario metteremo a disposizione medici e infermieri, già attivi in Libano", ha aggiunto.

Radiogiornale delle 07.00 del 06.08.2020: l'intervista a Olivier Maizoué di MSF, di Paolo Dell'Oca
Radiogiornale delle 07.00 del 06.08.2020: l'intervista a Olivier Maizoué di MSF, di Paolo Dell'Oca
 

Le esplosioni hanno danneggiato moltissime abitazioni, non solo sono quelle a ridosso del luogo della deflagrazione, e per questo molte famiglie hanno dovuto abbandonare le proprie case. Migliaia di sfollati a Beirut necessitano quindi di assistenza e generi di prima necessità.

"Ho visto morti e gente che correva con i figli in braccio", racconta un abitante di un quartiere residenziale di Beirut, i cui palazzi sono stati sventrati dalle esplosioni: "Alcuni cercavano i parenti dispersi, è stato orribile". "Sembrava uno tsunami, o la bomba di Hiroshima", spiega un uomo, rimasto ferito dalle deflagrazioni.

Macron vola a Beirut

La Francia è uno dei paesi che intrattiene le più strette relazioni con il Libano e il suo presidente Emmanuel Macron è decollato giovedì alla volta di Beirut. È il primo capo di Stato o di Governo a recarvisi dopo quanto successo martedì sera. Macron incontrerà i responsabili delle principali forze politiche e in serata, prima di tornare in Francia, terrà una conferenza stampa.

 

Stoccaggio senza misure di sicurezza

Le autorità nazionali tendono ad escludere che all'origine vi sia un attentato. La tragedia sarebbe stata causata da un'operazione di saldatura che ha scatenato un incendio che, a sua volta, ha provocato l'esplosione di 2'750 tonnellate di nitrato di ammonio (una sostanza che rientra nella composizione di fertilizzanti, ma anche di esplosivi) sequestrate sei anni fa da una nave moldava e stoccate in un deposito del porto senza misure protettive.

Tutti i funzionari dell'autorità portuale sono stati posti agli arresti domiciliari e il presidente Michel Aoun ha esortato la popolazione alla solidarietà.

 

Una squadra elvetica sul posto

I danni all'interno dell'ambasciata svizzera a 1,2 chilometri in linea d'aria dalla zona dell'esplosione
I danni all'interno dell'ambasciata svizzera a 1,2 chilometri in linea d'aria dalla zona dell'esplosione (@DFAE)

 

La Confederazione giovedì mattina invierà sul posto una squadra di esperti per sostenere il lavoro dell'ambasciata colpita. L'ambasciatrice svizzera Monika Schmutz era rimasta leggermente ferita ma già mercoledì è tornata al lavoro. "Al momento dell'esplosione mi trovavo nel mio ufficio: l'onda d'urto mi ha colpito con tutta la sua forza e mi ha scagliato dall'altra parte della stanza", ha spiegato. La sede diplomatica elvetica in Libano si trova a poche centinaia di metri in d'aria dal luogo delle esplosioni: il palazzo che la ospita è rimasto seriamente danneggiato ma, ha aggiunto Schmutz, "continuiamo a lavorare da un'altra postazione: siamo in contatto con le autorità locali e il consigliere federale Ignazio Cassis ha dichiarato che la Svizzera è pronta a inviare assistenza umanitaria".

Non si hanno per notizie di vittime svizzere, comunica il Dipartimento federale.

Il Libano in ginocchio

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TG 12:30 di giovedì 06.08.2020

Se l'esplosione fosse avvenuta a Lugano

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Aiuti umanitari a Beirut

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TG 20 di giovedì 06.08.2020

Rabbia contro la corruzione

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ATS/AFP/ludoC
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