In Brasile sono continuati pure in nottata gli scontri tra sostenitori e detrattori dell’ex presidente Lula e dell’attuale capo di Stato Dilma Rousseff, accentuatisi giovedì sera dopo la diffusione di un'intercettazione telefonica in cui la Rousseff annunciava all’amico e predecessore l'invio della nomina a ministro, con la raccomandazione di “usarla se necessario”.
La nomina di Lula resta comunque in sospeso dopo che un giudice federale di Brasilia ha impugnato la decisione, accogliendo una denuncia in cui si ipotizza che la nomina sia avvenuta per ostacolare la giustizia.
L’ex presidente 70enne resta senza l’immunità e rischia così l'arresto in relazione al suo coinvolgimento nell’inchiesta “Mani pulite” brasiliana, sorta in relazione a reati come corruzione e altri illeciti venuti a galla negli ultimi mesi. Dal canto suo la presidente Rousseff ha affermato che “questi metodi golpisti non mi faranno fare un passo indietro” e che è “stata violata la Costituzione per fini oscuri”.
Reuters/ATS/EnCa
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