Sono stati rintracciati, sono vivi e in buone condizioni i tre giovani pugliesi (21, 22 e 23 anni) che ancora erano dati per dispersi in seguito alla piena di sabato del torrente Raganello, in Calabria.
Al momento della tragedia non si trovavano affatto nelle gole in cui sono morte 9 persone (e una decima in seguito in ospedale), ma accampati più a monte in Valle d'Impisa, in una zona dove però non c'è modo di comunicare con i telefoni cellulari.
A dare notizia del loro ritrovamento è stata un'amica che attraverso twitter ha informato le forze dell'ordine dicendo "sono vivi". "L'UE è pronta a sostenere la protezione civile italiana nelle operazioni di salvataggio", ha fatto sapere attraverso lo stesso social media il commissario europeo per le crisi umanitarie Christos Stylianides, ma "al 99,9%" all'appello non manca più nessuno, secondo il ministro dell'ambiente Sergio Costa, che ha fatto la dichiarazione insieme al prefetto di Cosenza Paola Galeone al termine di un vertice tenutosi nel municipio di Civita, comune diventato base delle operazioni di intervento. Figura fra le vittime anche una madre di Torre del Greco, in provincia di Napoli, in un primo tempo finita nella lista dei dispersi. Salvi, invece, il marito e i due figli, ricoverati in ospedale.
Fra i salvati, una bambina di 8 anni
Le vittime venivano da cinque diverse regioni: Puglia, Lombardia, Campania, Lazio e Calabria. "Due gruppi investiti dalla piena si sono trovati purtroppo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Lì ci sono corte, e cioè vie attrezzate, e marmitte, vasche di accumulo dell'acqua, e questo ha creato i maggiori problemi", ha spiegato intanto Emanuele Pisarra, guida ufficiale del Parco nazionale del Pollino, tra i primi soccorritori giunti sul luogo del disastro. La tragedia avrebbe potuto assumere dimensioni di gran lunga maggiori se un evento simile si fosse verificato a Ferragosto o in un weekend estivo, quando in zona c'erano fino a 650 persone.
pon/ANSA