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"El nuevo dia"

Barack Obama annuncia, "prima o poi", la fine dell'embargo statunitense nei confronti di Cuba

  • 21 marzo 2016, 23:50
  • 7 giugno 2023, 18:36
Mano tesa

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Raul Castro e Barack Obama si sono parlati per due ore e mezza nel simbolico Palazzo della Rivoluzione, lunedì all'Avana. Un colloquio apertosi con una stretta di mano che entrerà nei libri di storia. "Este es un nuevo dia", ha esordito il capo di Stato ospite, promettendo, "prima o poi" la fine dell'embargo statunitense nei confronti di Cuba.

S'è conclusa un'epoca, ma non ancora il duello sui diritti umani e sul concetto di democrazia, temi che dividono ancora profondamente i due presidenti. Si tratta però di divergenze che entrambi si sono impegnati ad accettare, concentrandosi piuttosto sui legami che uniscono i due paesi.

Nella conferenza stampa che ha chiuso il faccia a faccia, il padrone di casa, sottopostosi al fuoco di fila dei giornalisti stranieri, ha dovuto rispondere alla provocatoria domanda sul perché ci siano prigionieri politici sull'isola. "Mi dia la lista, se ci sono, prima che cali la notte saranno liberati", s'è difeso stizzito. Successivamente ha fatto notare che nessuna nazione rispetta tutti i 61 diritti umani internazionalmente riconosciuti; 47 sono quelli tutelati a Cuba, alcuni dei quali non scontati negli Stati Uniti, come la salute, l'educazione o la parità di salario tra uomini e donne. L’inquilino della Casa Bianca ha accettato le rampogne “perché non bisogna temere le critiche”.

ANSA/dg

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