Il cosiddetto Rosatellum non ci sarà. La Corte costituzionale italiana ha dichiarato inammissibile giovedì il quesito che puntava a cancellare la parte proporzionale dell’attuale sistema di voto.
Il comitato promotore, dopo la richiesta in tal senso arrivata da otto consigli regionali governati dal centrodestra, parliamo di Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria, puntava a trasformare l’attuale legge elettorale in senso maggioritario (rendendo l’Italia molto simile alla Gran Bretagna).
Ma secondo i giudici il quesito è da considerarsi “eccessivamente manipolativo”. Di fatto viene sostenuto che una modifica così complessa deve essere decisa dal Parlamento e non dal popolo che si sarebbe trovato a rispondere con un “sì” o un “no” a una questione composta da diverse pagine.
Non si è fatta attendere la reazione del leader della Lega Matteo Salvini che aveva lanciato la raccolta firme: “E’ una vergogna”, ha detto, “è il vecchio sistema che si difende: PD e M5S sono e restano attaccati alle poltrone”.
RG 24.00 del 16.01.2020 Il servizio di Anna Valenti
RSI Mondo 17.01.2020, 00:37