Mondo

Telefonare con etica

La scelta controccorrente: uno smartphone completamente equosolidale - LA STORIA

  • 8 ottobre 2015, 09:11
  • 7 giugno 2023, 13:12

L'intervista al ceo Bas van Abel

RSI Mondo 27.09.2015, 14:08

da Londra, Lorenzo Amuso

Uno smartphone equosolidale. Impeccabile, esteticamente quanto eticamente. Che ambisce a modificare il rapporto tra consumatore e cellulare. Fairphone è una ex campagna di sensibilizzazione, oggi vera e propria società, nata nel 2010 con lo scopo di promuovere un uso più etico degli apparecchi elettronici e denunciare quei 41 milioni di tonnellate di scarti elettronici prodotti ogni anno nel mondo.

Sul mercato per la prima volta nel 2013


Nel 2013 è uscito sul mercato il suo primo cellulare: 60'000 acquisti in prevendita, così da garantirsi autonomia operativa. Un successo inatteso, preludio di una seconda versione, in vendita entro la fine dell’anno. Inseguendo sempre il difficile equilibrio tra profitto ed equità.
L’ambizione di Fairphone è il controllo e il tracciamento dei materiali utilizzati per la produzione.
Materie prime provenienti solo da zone non di guerra, come il Congo, senza sfruttamento nei confronti dei lavoratori (l’assemblaggio avviene in Cina, ma con tutele speciali per i lavoratori).

Custodie realizzate con stampanti 3D

Custodie realizzate con stampanti 3D

  • fairphone.com

Il nuovo modello etico

Fairphone 2 all’apparenza è un normalissimo smartphone: 4G e doppia SIM, dotato di un sistema operativo Android 5.1, display HD da 5 pollici, 2GB di RAM, e fotocamera posteriore da 8 MP. Ciò che lo differenzia è la sua durata oltreché il suo essere modulare così da semplificare le riparazioni, sia a livello hardware che a livello software. La sfida ai colossi della telefonia è lanciata. Un confronto impari anche se Fairphone 2 - ancor prima di essere presentato nel suo design finale - è già stato preordinato da 15'000 persone (il 10% degli ordini è arrivato dalla Svizzera). Un atto di fiducia verso un’azienda che ambisce a "miglioramenti sociali e ambientali". Nel nome della trasparenza: sul suo sito ha pubblicato anche un documento con la ripartizione dei costi di ciascun componente.

Ti potrebbe interessare