"Una statua scandalosa"

La statua del poeta Gabriele D'Annunzio inaugurata giovedì a Trieste sta scatenando una crisi diplomatica tra Italia e Croazia. La presentazione del monumento è avvenuta nel giorno del centenario dell'impresa di Fiume, quando circa 2'500 legionari italiani guidati dal poeta pescarese conquistarono Rijeka, oggi città croata.

L'opera, voluta dalla giunta comunale di centrodestra di Roberto Dipiazza, raffigura il Vate seduto, intento nella lettura, e fin dalla proposta aveva suscitato dure reazioni a livello locale, addirittura sfociate in una raccolta firme online tra detrattori e sostenitori dell'idea. "Tutta l'Italia è piena di viali e scuole dedicate a D'Annunzio e tutte queste polemiche che ho sentito mi sembrano davvero incredibili", ha dichiarato il sindaco.

Ma la reazione di Zagabria non si è fatta attendere. Il Ministero degli esteri ha "condannato nel modo più deciso" l'inaugurazione del monumento, affermando che "contribuisce a turbare i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due Paesi".

Anche la presidente della Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic, ha puntato il dito contro la "scandalosa statua della discordia", con la quale si "vuole celebrare l'irredentismo e l'occupazione" di Fiume, città che invece "fu e resterà una parte fiera della sua patria croata".

Nella giornata di giovedì, a Fiume la polizia croata ha posto in stato di fermo due italiani che cercavano di esporre una bandiera del Regno d'Italia davanti al palazzo del Governatorato, mentre durante la notte precedente un altro gruppo di italiani, che la stampa croata definisce "neofascisti", è riuscito a porre sul recinto del palazzo la bandiera regia, poi rimossa dalle autorità.