Alberghi svizzeri col vento in poppa
I pernottamenti aumentano nel 47% nel primo semestre dell'anno. In Ticino (-13%) si sconta l'eccezionale 2021
Un primo semestre in netta ripresa per il settore alberghiero svizzero, sebbene i livelli pre-Covid siano ancora lontani. Fa eccezione il Ticino che mostra una flessione dopo i numeri eccezionali del 2021.
Stando ai dati diffusi oggi (venerdì) dall'Ufficio federale di statistica (UST) nei primi sei mesi dell'anno nella Confederazione sono stati registrati 16,9 milioni di pernottamenti. La progressione è del 47% rispetto al 2021, ma se il confronto viene fatto con il primo semestre 2019 la flessione è del 10%.
Il comparto è stato sì sostenuto dagli ospiti svizzeri (+8% a 10,0 milioni), ma a stimolare la domanda è stato soprattutto il ritorno in forze degli stranieri (+213% a 6,9 milioni).
Guardando ai paesi di provenienza, la classifica presenta aumenti stratosferici, visti i numeri contenuti dell'anno prima: Germania (+108% a 1,6 milioni), Stati Uniti (+1064% a 0,8 milioni), Regno Unito (+1030% a 0,6 milioni), Francia (+70% a 0,6 milioni) e Italia (+102% a 0,3 milioni).
L'unica eccezione è rappresentata dal Ticino (-13% a 1,1 milioni), che l'anno scorso aveva però brillato, potendo approfittare del boom della domanda indigena in tempi di coronavirus. I numeri restano comunque superiori a quelli prepandemici.
- Notiziario 10.00 del 05.08.2022 Pernottamenti