È ancora in salita la strada per il contratto collettivo di lavoro di architetti, ingegneri e professioni affini, che andrebbe a regolamentare salari minimi e condizioni d'impiego di circa 3'500 lavoratori in Ticino. Come sindacati e padronato già prevedevano, sono infatti state presentate tre opposizioni, inoltrate sia da singoli studi d'architettura e d'ingegneria, sia da un gruppo di 14 studi d'ingegneria.
Si tratta di un altro ostacolo da superare per raggiungere l'obbligatorietà generale del contratto preparato durante anni di discussioni tra padronato e sindacati. Il CCL, che prevede salari minimi tra i 60'000 e i 62'000 franchi l'anno, è pensato per frenare il dumping che colpisce il settore, dove l'impiego di stagisti e salari che non raggiungono i 2’000 franchi sono tutt'altro che rari.
La palla passa ora al consiglio di Stato, che potrebbe pronunciarsi entro la fine dell'estate.