Ticino e Grigioni

"Dodici anni da espiare"

È la pena richiesta dall'accusa nel processo per i fatti di Gordola del 2017

  • 14 maggio 2019, 12:47
  • 9 giugno 2023, 11:16

CSI 18.00 del 13.05.2019 Il servizio di Francesca Calcagno

RSI Ticino e Grigioni 13.05.2019, 20:08

  • ©Tipress
Di: FrCa/SP

Dodici anni di carcere: è la pena richiesta dall'accusa nel secondo giorno del processo in corso alle assise criminali nei confronti di un 23enne della Riviera accusato di omicidio intenzionale per dolo eventuale per la morte di un 44enne colpito con un pugno due anni fa alla discoteca Rotonda di Gordola. Il procuratore pubblico ha chiesto che l’imputato venga condannato per omicidio intenzionale per dolo eventuale, perché, sempre a mente dell’accusa, fra le altre cose, da esperto di arti marziali sapeva che colpendo da dietro una persona vulnerabile (non pronta a ricevere il colpo) poteva uccidere.

L’imputato è "un piantagrane cronico, che litiga con tutti, che cerca lo scontro fisico perché sa che è preparato. È una mina vagante, pericolosissima", ha detto il procuratore pubblico Arturo Garzoni.

In seguito ha ripercorso quella notte terminata con la morte del 44enne del Mendrisiotto. Ha citato le testimonianze, diverse, di chi ha visto l'imputato colpire con un pugno due clienti all’interno della discoteca, a dimostrazione, sempre per l’accusa, che ci fu un’escalation di violenza terminata, appunto, con il decesso di “un uomo innocente, che non ha fatto del male a nessuno”. Una fattispecie gravissima, ancora più grave perché l’imputato ha fatto di tutto per depistare le indagini.

Il giovane, ricordiamo, ancora nel corso della giornata di lunedì (ascolta l'audio allegato) ha negato di aver mai colpito qualcuno quella notte.

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