Ticino e Grigioni

Sotto la scure del 9 febbraio

La definizione di contingenti, applicando l'iniziativa del 2014, farebbe decadere l'accordo fra Berna e Roma

  • 19 gennaio 2015, 13:08
  • 7 giugno 2023, 03:43
Frontalieri al rientro serale in Italia, attraverso il valico di Brusata

Frontalieri al rientro serale in Italia, attraverso il valico di Brusata

  • ©Ti-Press

L'accordo tra Berna e Roma potrebbe cadere con i contingenti. È una soluzione di principio sulla fiscalità che, a pochi giorni dalla sua ufficializzazione, continua a suscitare tutta una molteplicità di commenti sia in Svizzera che in Italia. Tanta abbondanza di valutazioni, positive o negative, ha forse però l'effetto di deviare un po' l'attenzione da un aspetto cruciale di tale intesa: la medesima, infatti, finirebbe per decadere se la Svizzera dovesse procedere all'introduzione di contingenti, secondo un'applicazione stretta dell'iniziativa sull'immigrazione di massa, approvata dal popolo il 9 febbraio del 2014.

"È chiaro che questa è una delle condizioni poste dall'Italia", ha sottolineato in questo senso Samuele Vorpe, responsabile del Centro di competenze tributarie della SUPSI, durante un dibattito sull'accordo fra Svizzera e Italia proposto da "Modem", lunedì mattina. "Si vuole arrivare ad una soluzione che eviti il contingentamento dei frontalieri" ha affermato Vorpe, citando peraltro le rassicurazioni di Vieri Ceriani (ndr capo negoziatore di Roma) ai comuni italiani di frontiera, circa la fissazione nell'accordo di un moltiplicatore comunale medio. E questo quando "il Gran Consiglio ticinese ha appena approvato un moltiplicatore al 100%. Ecco un altro elemento che sarà da negoziare", ha precisato il ricercatore.

Samuele Vorpe, esperto di diritto tributario e ricercatore della SUPSI

Samuele Vorpe, esperto di diritto tributario e ricercatore della SUPSI

  • rsi

Tutta la recente intesa fra Berna e Roma - con le sue implicazioni particolarmente importanti per l'economia e il mercato del lavoro in Ticino - si regge quindi sugli sviluppi legati all'applicazione dell'iniziativa del 9 febbraio e delle relative trattative con l'UE. Il Consiglio federale è in questo senso chiamato a dare le attese risposte. E sarà proprio nelle prossime settimane la ministra Simonetta Sommaruga a presentare le proposte governative per l'applicazione del testo sulla libera circolazione.

Un'applicazione stretta si scontrerebbe inevitabilmente con il "no" dell'UE, che di contingenti e tetti massimi non vuole davvero sentir parlare. Resta da vedere quale sarebbe la reazione di Bruxelles, con un'interpretazione più elastica del nuovo articolo costituzionale, attraverso un'applicazione di "clausole di salvaguardia" tese a contenere almeno in parte i flussi di lavoratori stranieri in fasi di forti distorsioni sul mercato del lavoro elvetico. Sembrerebbe questa, stando almeno a ipotesi e speculazioni degli ultimi mesi, la strada che il Governo potrebbe percorrere nel suo approccio all'Unione europea.

Red.MM/Modem/ARi

"Modem" del 19 gennaio 2015 - Dall'intervento di Samuele Vorpe

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