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L'ortografia? "Un optional"

Nella Svizzera tedesca i maestri non correggono gli errori di scrittura fino alla terza elementare. Ma non tutti sono d'accordo

  • 15 dicembre 2018, 21:14
  • 6 settembre 2023, 05:27

Ortografia, correggere o no i bambini?

Telegiornale 15.12.2018, 20:00

Di: TG/Bleff

Correggere o meno gli errori di ortografia degli allievi di prima e seconda elementare. Una questione che sta scaldando gli animi nella Svizzera tedesca, dove al momento fino alla terza elementare gli insegnanti apportano solo alcune correzioni a parole e frasi scritte dai bambini. In un quaderno di tedesco di una bambina del primo biennio delle elementari di Zurigo l'ortografia non viene corretta: ci sono Pinsel con la Z, Volke con la V, Knopf senza la P.

Non si tratta di sviste da parte dei docenti, ma di un metodo pedagogico che prevede l'apprendimento della scrittura passando prima da quella fonetica, senza correzioni o quasi fino in terza, come spiegano all'Alta scuola pedagogica della Svizzera nordoccidentale.

Metodo sostenuto dagli esperti di didattica

"Non si può insegnare ai bambini come si scrive correttamente tutto fin dall'inizio - spiega Claudia Schmellentin, professoressa alla FHNW -. Devono imparare a confrontarsi con i propri testi, a correggere da soli i propri errori, con il sostegno sistematico dei docenti. I genitori devono lasciare loro questo compito e accettare che certi errori dei propri figli non vengano ancora corretti".

Parziale marcia indietro a Nidvaldo

Ma c'è chi non ci sta. Il canton Nidvaldo ha deciso di fare parzialmente marcia indietro, correggendo sistematicamente gli errori ortografici già dalla seconda elementare, e non più dalla terza. "Abbiamo reagito alla preoccupazione di genitori e imprenditori per il basso livello di scrittura dei giovani - afferma Res Schmid, direttore del Dipartimento dell'istruzione -. Prendiamo la matematica: lì non si ignorano gli errori, fin dall'inizio. Quindi ogni anno in cui non viene corretta l'ortografia è per noi un anno perso".

Una decisione criticata dall'Alta scuola pedagogica, che insiste sull'importanza del passaggio attraverso la scrittura fonetica per imparare a scrivere. Correggere troppo gli errori però toglierebbe inoltre creatività e voglia di esprimersi per iscritto agli allievi.

"Forse è vero che la motivazione alla scrittura è maggiore se all'inizio si può fare come si vuole, se si può scrivere foneticamente - prosegue il consigliere di Stato nidvaldese -, ma gli errori che restano così facendo sono più gravi. Siamo andati tutti a scuola, la nostra ortografia è stata corretta, forse un po' a scapito della motivazione, ma l'abbiamo imparata".

Gli studi sulle conseguenze a lungo termine di questo metodo sono discordanti.

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