Riccardo Tesi è stato il direttore musicale della ripresa dello spettacolo Bella ciao, a cinquant’anni dal debutto al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1964. Lo affiancavano quasi tutti i collaboratori di questo album: come suggerisce il titolo, A Sud di Bella ciao affronta i repertori del canto popolare dell’Italia centromeridionale che per varie ragioni erano rimasti esclusi dalla prima edizione. Varie le ragioni: anche se la musica tradizionale del Sud era già stata documentata dalle ricerche di Alan Lomax e Diego Carpitella, il primo folk-revival italiano era più legato agli ambienti intellettuali del centro-Nord, e guidato da una concezione ideologica che privilegiava la coscienza politica o il suo formarsi. Poco dopo il primo Bella ciao si sarebbe sviluppata un’idea più ampia – sostenuta in modi diversi da Roberto Leydi e Dario Fo – secondo la quale il canto popolare avrebbe una sua alterità indipendentemente dai contenuti verbali. Solo così uno spettacolo di canzoni della tradizione avrebbe potuto avere in scaletta un brano ferocemente antigiacobino come quello dei Sanfedisti. Il primo Bella ciao di Tesi e compagnia è stato un enorme successo internazionale. E anche quello a Sud, si direbbe.
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