Dal Medioevo al Beaujolais
di Antonio Ferretti, Roberto Antonini
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RSI Pedalando... 18.07.2015, 02:00
Audio diario di viaggio Antonini/Ferretti
Pedalando... 18.07.2015, 02:00
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L’idea in partenza era stuzzicante: abbandoniamo momentaneamente il corso della Saona con le sue graziose imbarcazioni da crociera, per una deviazione verso Cluny con un’ardita incursione nell’entroterra.
Prima di lasciare Tournus, decidiamo di fare un giretto in bici nel centro storico e ci imbattiamo nel complesso abbaziale di St. Philibert, la cui chiesa romanica é la più antica di Borgogna. La rigorosa e possente facciata a due torri ricorda più una fortezza che un luogo di culto. Un assaggio di quanto ci offrirà la pedalata verso la meta odierna: Villefranche-sur-Saône.
Ma l’uscita da Tournus é arcigna per chi pedala con una ventina di chili sul portabagagli. Un’impennata al 12% ci catapulta però in un paesaggio che il Medioevo sembra averci restituito intatto. Non c’è un casolare che ci ricordi di essere nel 2000, un’impressione rafforzata dall’attraversamento di Brancion, un delizioso villaggio lillipuziano abbarbicato su uno sperone di roccia. Tutto qui è rimasto intatto ed è ancora abitato a dispetto dei secoli.
Per puntare su Cluny cerchiamo ancora la nostra « voie verte », la via ciclabile che attraversa la Borgogna. La troviamo facilmente e rimaniamo incantati da come si sia riusciti a realizzare in mezzo al verde una strada perfettamente asfaltata, con luoghi di ristoro e indicazioni perfette che ci conducono facilmente alla più celebre abbazia francese o meglio ai ruderi della gloria e della grandeur di quella che fino alla costruzione di San Pietro a Roma fu la più grande chiesa del cristianesimo.
Ci arriviamo percorrendo sempre in bicicletta stretti vicoli strapieni di turisti e negozietti e infiltrandoci cautamente tra la gente nel mercato del sabato del villaggio, posto proprio a ridosso della vecchia Abbazia fondata nel 900 sull’osservanza della regola benedettina.
Per aiutarci a capire quanto fosse vasta, grande e imponente, questa cattedrale ci soccorre una planimetria incisa su una lapide davanti a quella che doveva essere la porta principale: la chiesa raggiungeva 187 metri di lunghezza con cinque navate di cui quella centrale alta 30 metri: ma adesso davanti a noi c’é solo un fossato.
Qui oltre 200 anni fa si verificò quanto sta accadendo oggigiorno con in Siria o in Iraq: una demolizione sistematica. Ad avviarla fu la rivoluzione francese che utilizzò pietra e materiali per ricostruire il villaggio di Cluny.
La nostra pedalata verso il Rodano é ancora ricca di sorprese…e ancora inebrianti : Cluny annuncia Macon e il Maconnais e poi le colline del Beaujolais, due regioni vitivinicole sempre appartenenti alla Borgogna,ma con vitigni diversi. Subito ci assale un dubbio, che ci terrà compagnia durante tutto il tragitto: Pouilly Fuissé o Puoilly Fumé. Qual è quel vino bianco ricercatissimo dal bouquet molto particolare, frutto della combinazione perfetta di un gusto bello pieno e una punta di secco? Ho sempre pensato che fosse il Fumé, un vino della Loira tra Sancerre e Saumur. Dopo un accesa disputa tra di noi, la conferma ci arriva attraversando il delizioso villaggio di Fuissé. Nella Loira il Fumé nel Beaujolais il Fuissé.
Vigneti dappertutto ma qui a dominare per i rossi é il Gamay e non il Pinot Noir come per i Grand Crus del Nord. Colline a perdita d’occhio, lungo le quali arrampicarsi é piacevole tra una miriade di frazioni e di villaggi dai nomi conosciuti e invitanti : Moulin à Vent, Morgon, Fleurie, villaggio fiorito di nome e di fatto . Quasi tutti qui hanno una vigna o lavorano per l’industria del vino e agli ospiti vogliono sempre offrire un bicchiere del loro rosso. Verrebbe voglia di fermarsi qui, tra queste dolci colline che sembrano addormentate, ma non si può, la meta é Villefranche- sur- Saône o meglio Villefranche en Beaujolais. C’ero arrivato esausto con il Tour de France molti anni fa e mi era rimasta impressa come città un lugubre e triste ed anche a questo secondo esame mi rimane il ricordo di una brutta città.
Frutta, ortaggi e vigneti sontuosi (Sierre-Montreux)
di Orazio Martinetti
Audio diario di viaggio Martinetti
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Si pedala accanto alle due colline di Sion, la Valère e le Tourbillon. La segnaletica qui si fa più incerta, bisogna entrare nel nucleo del capoluogo e poi cercare di riguadagnare il Rodano dopo il campo di aviazione. La strada, in pare asfaltata, si snoda placida tra argini, prati, campi coltivati. L’albicocca è ovunque, ma anche patate, mele, pere, fragole.