Sono difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel calcolo e vengono definiti disturbi specifici dell’apprendimento. Toccano – si calcola – almeno il 5% della popolazione scolastica italofona. Sono i dislessici, i disortografici, i disgrafici e i discalculici: per loro e per sensibilizzare su questi disturbi, il 22 ottobre 2020 è stata indetta la prima Giornata della dislessia in Svizzera. Siano subito scartate false credenze: non è una malattia ma una particolare modalità di funzionamento delle reti neuronali che pone degli ostacoli nelle operazioni di apprendimento cui sono confrontati tutti i bambini.
Modem coglie l’occasione per fare il punto della situazione nella gestione del disturbo nella Svizzera italiana. Quali progressi sono stati compiuti negli ultimi anni? E quali ancora i passi da fare, soprattutto in fase di diagnosi, dove esistono critiche su un’eccessiva lentezza nell’identificare casi di dislessia?
Si parte dalla testimonianza di Claudia e Lidia, la prima madre e la seconda figlia dislessica e discalculica. Poi ne discutiamo con:
Verena Cavadini, responsabile per la logopedia presso la sezione della pedagogia speciale del DECS;
Camilla Pastori, vicepresidente di ADAT, l’Associazione dislessia e disturbi dell’attenzione Ticino; tutor su disturbi specifici dell’apprendimento;
Emanuela Di Campli, logopedista da anni attiva sul territorio, già presidente dell’Associazione logopedisti della Svizzera italiana e
Sergio Messina, neuropsichiatra infantile e presidente uscente dell’Associazione italiana dislessia.
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