Un parlamento di milizia quello svizzero? Sì e no, a giudicare da uno studio pubblicato la settimana scorsa dall’Università di Ginevra. Vi si legge che il reddito di un parlamentare può raggiungere i 92'000 franchi per un carico di lavoro corrispondente a un 50%. Ma vi si legge anche che nel conteggio si tiene conto solo dell’attività a Palazzo (sessioni, preparazione, lavoro in commissione) e non di tutta una serie di altre attività da cui un parlamentare può difficilmente sfuggire: attività di partito, di rappresentanza, contatti con i mass media, con la popolazione. Il carico di lavoro effettivo può così superare l’80 per cento.
Conclusione: il parlamento di milizia in Svizzera è oggi forse più un mito che una realtà. Ma soprattutto il modello di “vita politica” su cui si fonda il sistema di remunerazione previsto a livello federale non riflette più la realtà e c'è chi propone da tempo un ripensamento. Come intervenire? Professionalizzando in tutto e per tutto la politica federale? O mantenendo un sistema di milizia, ma con un diverso modello di retribuzione? Con quali vantaggi, in un caso e nell’altro? E quali benefici o ripercussioni negative per la democrazia del nostro Paese e gli ingranaggi del nostro federalismo?
Ne discutiamo con:
Adèle Thorens, copresidente dei Verdi e consigliera nazionale per il canton Vaud
Marco Romano, consigliere nazionale PPD ticinese, membro della Commissione istituzioni politiche
Fabio Cappelletti, dottore in Scienze politiche, coautore dello studio sulla remunerazione dei parlamentari condotto dall’Università di Ginevra
Claudio Micheloni, senatore italiano del PD, eletto in Svizzera nella circoscrizione estera di Neuchâtel
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