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Schiaffi e sculacciate da multa

Diritto del bambino alla tutela, diritto del genitore alla correzione

  • 15.11.2013
  • 30 min
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Schiaffi e sculacciate da multa

Perdere la pazienza, alzare la voce, inventare castighi – fino ad arrivare a punire fisicamente i propri pargoli: parte del mestiere di genitore consiste nell’applicare sanzioni di varia natura, spesso dettate da situazioni di stress, dovute a trasgressioni di regole, non per forza definibili come atti di maltrattamento vero e proprio. Lo schiaffo o la sculacciata magari sono atti estemporanei. Eppure la recente cronaca sembrerebbe dimostrare il contrario: qualche mese fa in Francia un papà è stato processato e multato per aver sculacciato il figlio che non gli diceva “bonjour”; una cosa simile è accaduta in Italia, a un padre reo di aver schiaffeggiato il proprio figlio. Il bambino può esasperare. Il bambino può cercare, provocando proprio genitore all’estremo, una sberla. Ma della punizione fisica in sé non c’è mai bisogno, non è mai la soluzione preferibile. Non per nulla dalle aule di scuola la punizione fisica è stata bandita. Il bambino però da un certo punto di vista è psicologicamente egocentrico, nei primi anni di età si sente onnipotente. Come fargli capire che non è così? Quali strumenti ha a disposizione il genitore per correggere? E se è vero che la violenza fisica, anche estemporanea, è socialmente stigmatizzabile e perfino giuridicamente multabile – quale la situazione, oggi, da questo punti di vista? C’è più o meno violenza sui minori da parte dei genitori? E che dire della violenza che non passa dalle mani?

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