La sessualità nel mondo animale non conosce tabù e all’interno dei vari gruppi animali, esistono strategie riproduttive molto diverse tra loro. La maggior parte degli esseri viventi opta per l’incontro tra i due sessi per assicurare la propria discendenza e lo scambio genetico, ma ogni specie si è evoluta portando con sé la strategia riproduttiva che meglio risponde alla propria necessità di assicurare una prole.
Dal caso più frequente in cui i due sessi devono incontrarsi, si spazia fino a trovare animali che, per così dire, si arrangiano da soli, riproducendosi tramite un fenomeno chiamato partenogenesi, un termine che deriva dal greco e significa riproduzione verginale.

Insetti stecco a Caracas
RSI New Articles 28.05.2025, 14:33
Nella riproduzione sessuata, un ovulo e uno spermatozoo forniscono ognuno la metà delle informazioni genetiche necessarie per creare un nuovo essere vivente. Ma nella partenogenesi, l’organismo riesce a compensare i geni normalmente forniti dallo sperma. Le femmine possono quindi riprodursi da sole.
La capacità di riprodursi in maniera asessuata (cioè senza l’incontro dei due sessi) consente agli animali di trasmettere i propri geni senza investire tempo ed energia nella ricerca di un partner. Si tratta di una strategia che può essere di grande aiuto, in particolare per quelle specie che vivono in ambienti con condizioni difficili o in cui il numero di individui di una popolazione è molto esiguo.
Nei vertebrati, si stima che circa una specie su 1000 sia obbligatoriamente partenogenetica, rispetto al 30% in alcuni gruppi di vespe o al 20% in alcune famiglie di acari. La partenogenesi può verificarsi eccezionalmente anche in altre specie: la si osserva raramente anche nei moscerini della frutta, nei condor e negli squalo martello.

Gli insetti stecco sono molto abili a mimetizzarsi tra la vegetazione
Tra gli organismi che più di altri praticano la partenogenesi troviamo gli insetti stecco, anche chiamati fasmidi (o Phasmatodea in latino). Il loro nome significa fantasma, per la loro incredibile capacità di mimetizzarsi nell’ambiente in cui vivono. Morfologicamente molto difficili da distinguere da una foglia o da un rametto, sono quasi del tutto invisibili all’occhio umano e a quello dei predatori. Oltre alla loro forma, questi insetti si mimetizzano anche assumendo atteggiamenti e colorazioni criptiche con l’ambiente circostante.
Nelle ore diurne, gli insetti stecco sono quasi completamente immobili, mentre si attivano prevalentemente di notte per cibarsi di foglie. Quando sono disturbati, non reagiscono tentando di fuggire o di difendersi, ma restano perfettamente immobili.
Gli insetti stecco possono usare diverse strategie di riproduzione e questa caratteristica li rende ideali per gli studi in biologia evolutiva e in genetica, come avviene ad esempio presso l’Università di Losanna, dove i ricercatori hanno messo in evidenza le diverse modalità riproduttive di questi insetti.
Alcune specie possono optare per la riproduzione sessuata con formazione di nuovi individui a partire dall’unione di due gameti provenienti dai genitori – oppure, al contrario, per la partenogenesi, in cui l’uovo viene creato in modo autonomo da un solo individuo senza fecondazione. In questo caso ci sono solo femmine, che producono solo figlie.

Alcuni insetti stecco imitano alla perfezione le foglie degli alberi
Altri insetti stecco si riproducono in modi ancora differenti. Invece di trasmettere casualmente i geni ricevuti dai due genitori, eliminano sistematicamente i geni del padre e trasmettono alle generazione seguente solo quelli della madre. Di conseguenza, una volta che l’ovulo è stato fecondato, i discendenti avranno solo tre nonni, perché i geni del nonno materno sono stati eliminati. Questo sistema di riproduzione, chiamato ibridogenesi, è molto raro in natura.
Infine, a volte si osserva che i piccoli insetti stecco possiedono solo i geni del padre, anche se si schiudono da un uovo deposto da una femmina. Questa maniera di riprodursi, nota come androgenesi, è pure estremamente rara ed è stata descritta in natura solo in pochissime specie. Cosa succede ai geni della madre nel caso dell’androgenesi è una domanda a cui gli scienziati stanno cercando di rispondere e le ricerche sono ancora in corso.
La varietà di strategie riproduttive degli insetti stecco è molto interessante per studiare e capire i motivi che hanno spinto l’evoluzione a sviluppare così tante vie per procreare. Inoltre, lo studio di questi insetti presso l’Università di Losanna ha permesso di confermare la teoria secondo cui le specie che si riproducono senza fecondazione, cioè senza uno scambio genetico, si adattano meno rapidamente ai cambiamenti ambientali.