Molti hanno probabilmente ben noto il suo volto, ma non ne conoscono l'identità. Stiamo parlando di Giorgio Marchetti, protagonista in tv dei sorteggi europei e membro da più di 15 anni dell'UEFA, all'interno della quale il nativo di Luino ha svolto svariate mansioni. Da ultimo, il prestigioso incarico di vice segretario generale, che ha coronato una carriera da dirigente nata un po' per caso, come confermato dal diretto interessato: "In effetti è stata una cosa imprevista, non costruita. Ho cominciato a lavorare nel calcio a vent'anni, quando, per alcune circostanze fortuite, mi è stata chiesta una collaborazione con le Nazionali italiane. Ciò mi ha fatto entrare nel giro".
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Giorgio Marchetti
Non deve quindi sorprendere la chiamata da parte dell'UEFA, arrivata nel 2003: "Quando mi è stata offerta questa grande opportunità, non ho potuto rifiutare. Considero infatti la UEFA uno straordinario modello organizzativo", ha spiegato Marchetti. Da grandi poteri derivano però grandi responsabilità, verrebbe da dire, come l'organizzazione dei sorteggi per le competizioni europee: "Per me sono momenti avvincenti ma anche un po' preoccupanti, non bisogna mai perdere il bandolo della matassa".
Spazio in chiusura al futuro di un calcio accusato di essere molto conservatore nelle regole: "Credo sia giusto tener conto delle innovazioni tecnologiche, ma bisogna assolutamente preservare lo spirito e il flusso del gioco. È fondamentale che il VAR non interferisca con il calcio come lo conosciamo", ha concluso il 59enne.