OLTRETEVERE

Kasper: “Non ci sarà un Francesco II, ma la sua profezia non finisce”

Alla RSI parla il porporato che spinse per l’elezione di Bergoglio: “Ai cardinali non interessa la provenienza geografica del futuro Papa, ma la persona”

  • Oggi, 05:58
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Il cardinale Walter Kasper lascia il Vaticano dopo una Congregazione generale

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Di: Paolo Rodari 

«Una cosa mi sembra sia certa, e cioè che la profezia di Francesco non è finita e non finirà». È stato uno dei kingmaker di Jorge Mario Bergoglio allo scorso conclave. A 92 anni, mentre è a Roma per le congregazioni generali pre-conclave, il cardinale Walter Kasper, per anni capo del dicastero vaticano per l’ecumenismo, parla con la RSI del futuro della Chiesa a pochi giorni dalle votazioni a porte chiuse che porteranno a eleggere il successore di Francesco.

Eminenza, il 17 marzo 2013, durante il suo primo Angelus, Francesco citò il suo libro sulla misericordia che aveva letto nei giorni precedenti. La misericordia è stata al centro del suo pontificato, del resto. Cosa pensa in proposito il collegio cardinalizio riunito a Roma in questi giorni?

«A tutti è chiaro che i processi aperti da Francesco dovranno essere portati avanti. Non si tornerà indietro. Poi, certo, il futuro Papa non potrà essere “Francesco II”. Ma la sua profezia, i processi che lui ha aperto, saranno incarnati dal successore che senz’altro seguirà la scia del suo illustre predecessore».

È vero che una parte di cardinali ritiene che certe aperture vadano meglio inquadrate dottrinalmente?

«Senz’altro la teologia dovrà sviluppare bene le tante iniziative prese da Bergoglio. Questo è fuori di dubbio, ma ciò non significa in nessun modo che il suo pontificato sia finito. Tutt’altro. La strada è aperta e non si dovrà fare altro che proseguirla».

Ritiene che sia il tempo di un ritorno al papato in Europa oppure no?

«Sono molto contento del fatto che nel collegio cardinalizio nessuno ha posto questa domanda. Mi sembra un segno di maturità. Il punto non è la provenienza geografica del futuro Papa, quanto il nome, la persona. In questa fase si sta ragionando sui nomi, appunto sulle persone, e mi sembra che sia giusto così».

Una delle prime decisioni di Francesco fu di istituire un gruppo di cardinali che lo coadiuvasse nel governo della Chiesa. La spinta della sinodalità fu fin da subito chiara. Cosa pensa in merito?

«È un punto centrale. Già Benedetto XVI diceva che “la dimensione sinodale è costitutiva della Chiesa: essa consiste nel convenire da ogni popolo e cultura per diventare uno in Cristo e camminare insieme dietro a Lui, che ha detto: ‘Io sono la via, la verità e la vita’. Anche papa Francesco, commemorando il cinquantesimo anniversario dell’istituzione del Sinodo, ha asserito che il cammino della sinodalità, “dimensione costitutiva della Chiesa”, “è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”. E così sarà anche per il successore di Francesco. Ma i processi sono molteplici e tutti saranno portati avanti nel segno della continuità».

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Cresce l'attesa in vista del Conclave

SEIDISERA 30.04.2025, 18:00

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