Sta suscitando forte indignazione in Francia – e non solo – la decisione dell’arcivescovo di Tolosa, monsignor Guy de Kerimel, di nominare Gran Cancelliere della diocesi (ruolo che comporta responsabilità significative, compresi gli archivi) padre Dominique Spina, sacerdote già condannato dalla giustizia civile per abusi su minore.
La scelta è stata giustificata da monsignor de Kerimel con l’invocazione della «misericordia». Ma molti, all’interno della Chiesa cattolica, denunciano questa decisione come un grave errore di discernimento. Tra le voci più autorevoli c’è quella di padre Pierre Vignon, sacerdote nella diocesi di Valence e già giudice ecclesiastico a Lione, noto per il suo impegno a favore della trasparenza e delle vittime di abusi.
In un suo intervento, pubblicato su Adista.it, padre Vignon non usa mezzi termini: «Ciò che è in gioco è la teologia di tipo fondamentalista dell’arcivescovo di Tolosa, secondo la quale bisogna perdonare tutto, subito e senza condizioni», afferma. «Questa ideologia, apparentemente evangelica, non è cristiana», aggiunge, richiamandosi alla lezione di Benedetto XVI, che nel 2010, a Fatima, aveva detto: «Il perdono non sostituisce la giustizia».
Padre Vignon sottolinea che il perdono autentico non è un atto automatico, ma «un cammino spirituale che richiede tempo». E rimarca la responsabilità anche della Congregazione per la Dottrina della Fede, che non ha ritenuto di dimettere Dominique Spina dallo stato clericale: «Una grave colpa».
Ma al centro della critica vi è soprattutto l’atteggiamento dell’arcivescovo de Kerimel, che avrebbe preso una decisione solitaria e divisiva, contraria allo spirito di discernimento ecclesiale maturato negli ultimi anni. «Agendo come ha fatto, l’arcivescovo di Tolosa ha mostrato una grave mancanza di discernimento, ignorando il lavoro della Conferenza Episcopale Francese per uscire dalla crisi degli abusi», scrive Vignon. «È come se volesse fare la morale ai suoi confratelli: guardate come io sono evangelico e quanto voi non lo siete».
Il ruolo affidato a Dominique Spina, sottolinea il sacerdote, è incompatibile con la gravità delle sue azioni passate: «Ha gravemente trasgredito le leggi della Repubblica, oltre a violare il fondamento stesso del sacerdozio. Il suo ruolo non può più essere considerato se non nella prospettiva di una vita di ritiro e di penitenza».
Vignon evidenzia infine la responsabilità anche del vertice dell’episcopato francese, colpevole – a suo dire – di un preoccupante silenzio: «Sono colpito dal silenzio prolungato del Consiglio Permanente dell’Episcopato e del suo presidente su questo argomento. Questo stile di governo (...) è una manifestazione deplorevole di clericalismo».
«Questa storia del “partito della misericordia” è un inganno, così come un’offesa alla vera misericordia, semplicemente perché il perdono non sostituisce la giustizia», conclude con forza padre Vignon, che si unisce così al coro delle vittime e dei fedeli che, in questi giorni, chiedono chiarezza, coerenza e giustizia.

Abusi nella Chiesa, in 5 si fanno avanti
Il Quotidiano 09.07.2025, 19:00