Anniversari

Laudato si’, una rivoluzione anche per la Svizzera italiana

Dal Vaticano al Ticino il messaggio ecologico e spirituale di Francesco ispira azioni concrete per un futuro sostenibile

  • Oggi, 14:00
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Di: Rod 

Era il 24 maggio 2015 quando Papa Francesco firmava la Laudato si’, la sua seconda enciclica, dedicata alla cosiddetta cura della casa comune, in sostanza l’ambiente e gli uomini che lo abitano. Di fatto, è il testo più importante del suo pontificato, frutto anche di una sua “conversione” personale avvenuta ad Aparecida nel 2007, durante un raduno coi vescovi latino americani. Lì il futuro Papa capì che parlare della cura del creato, allora riferita all’Amazzonia, non è ideologia ma significa avere uno sguardo veramente cristiano sull’ambiente e sull’uomo. Il titolo del testo, tratto non a caso dal Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi, rimarca la necessità di avere un atteggiamento di gratitudine, di lode, verso l’ambiente e quindi un invito urgente a proteggerlo. Laudato si’ infatti è molto più di un documento ecologico. È una proposta radicale di conversione culturale, spirituale e sociale, che intreccia ambiente, economia, giustizia e spiritualità in una visione integrale della stessa ecologia.

Nell’enciclica, Francesco denunciava con forza le ferite inflitte alla terra: l’inquinamento, il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la cultura dello scarto. Ma accanto alla diagnosi, offriva una via, quella dell’ecologia integrale, che riconosce l’interconnessione profonda tra l’essere umano e il mondo naturale, tra le crisi ambientali e quelle sociali. «Tutto è connesso», scriveva il Papa, e questa consapevolezza diventa il cuore pulsante dell’enciclica. Da qui anche le critiche alle politiche migratorie di molti Paesi occidentali, di qui il suo essere continua spina nel fianco di coloro che sulla carta si dichiarano cristiani ma poi chiudono confini, alzano muri, si affidano ancora oggi a fili spinati per separare, dividere.

A dieci anni dalla sua pubblicazione, il messaggio della Laudato si’ resta dunque attuale. Le crisi ambientali si sono aggravate, le disuguaglianze sociali si sono ampliate, e la necessità di un cambiamento profondo si fa sempre più urgente. E infatti l’enciclica continua a essere una bussola per chi cerca un futuro più giusto e sostenibile, una fonte di ispirazione per comunità, istituzioni e singoli cittadini.

Anche nella Svizzera italiana il decennale dell’enciclica ha avuto le sue celebrazoni. Fra queste un’iniziativa di Caritas Ticino che ha promosso il convegno “Il bene è comune?” presso il Centro di Ecologia integrale Laudato si’ a Sant’Antonino. «Questo incontro nasce come una fotografia a dieci anni dalla pubblicazione della stessa Laudato si’», ha spiegato Roby Noris, presidente di Caritas Ticino. L’obiettivo è stato quello di interrogarsi sul significato e sull’attualità dell’enciclica, partendo da esperienze locali per allargare lo sguardo a una prospettiva globale.

Il vescovo Alain de Raemy ha aperto i lavori sottolineando la portata storica della Laudato si’: «Abbiamo un messaggio molto importante legato alla creazione, e questo ci ricorda di viverlo concretamente. La persona aiutata deve essere integrata nella bellezza del Creato». L’enciclica, ha detto, non è solo una riflessione teologica, ma una chiamata alla responsabilità e alla giustizia.

Il Centro Laudato si’, che ha ospitato il convegno, è un esempio concreto di come la stessa enciclica possa tradursi in azione. «Accogliamo persone senza lavoro e ci prendiamo cura del territorio insieme a loro», ha raccontato Giuseppe Crosta, responsabile dell’azienda agricola. «Produciamo cibo sano e accessibile, promuoviamo eventi sociali e costruiamo una realtà più giusta e sostenibile».

Stefano Frisoli, direttore di Caritas Ticino, ha ripercorso il cammino iniziato negli anni ’90 e rilanciato con forza dalla Laudato si’. «L’enciclica è stata uno spartiacque: ha dato nuova linfa alle nostre iniziative, dal recupero del tessile alla creazione di un’economia sociale e circolare. È una sintesi potente tra sostenibilità ambientale e giustizia sociale».

Markus Krienke, docente di etica, ha evidenziato come la Laudato si’ abbia contribuito a formare la coscienza ecologica dei cristiani. «La salvaguardia del Creato deve diventare una responsabilità condivisa. La Chiesa deve essere coerente, come dimostra l’impegno del Vaticano per diventare carbon neutral».

Infine Alessandro Gisotti, vicedirettore dei media vaticani, ha ricordato che la Laudato si’ è più di un documento: «È un movimento che ci chiama a un cambiamento del cuore, dello stile di vita. Sfida tutti: individui, famiglie, imprese, nazioni».

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  • Enrico Bianda

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