Islam

Maometto a Giubiasco, viaggio nella prima moschea del Sopraceneri

L’imam Afmataj alla RSI: “Siamo un punto di riferimento per circa 7’000 fedeli e promuoviamo il dialogo interreligioso”

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Maometto a Giubiasco

Segni dei tempi 25.10.2025, 12:05

Di: Cristina Ferrari 

A passarci velocemente davanti, potrebbe sfuggire all’occhio più attento. Eppure in via Campagna 2 a Giubiasco, al primo piano di uno stabile dove sono ospitati uffici di società e associazioni, si trova la prima moschea del Sopraceneri.

La fame di spazio avvertita dalla comunità islamica nei precedenti e limitati locali di via Baragge ha portato a una vera e propria raccolta fondi, così da realizzare il sogno di un accogliente luogo dove poter pregare e incontrarsi. Sono state molte in Ticino le famiglie di fede islamica che hanno contribuito a raggiungere la cifra necessaria per acquistare la proprietà e ristrutturarla completamente, e così anche diverse fuori dal cantone.

Una grande soddisfazione per l’imam Luan Afmataj. Di origini albanesi e nella Confederazione da quindici anni, la guida spirituale (in arabo, colui che sta davanti) ha studiato teologia, oltre che in Turchia e in Egitto, anche all’Università della Svizzera italiana di Lugano, dove ha ottenuto il dottorato in Scienze delle religioni. Uomo aperto al prossimo, e quindi anche alle altre confessioni, ha fatto sì che la moschea non sia in Ticino solo punto di riferimento al venerdì - giorno sacro per l’Islam - per i circa 7’000 fedeli ad Allah e Maometto, ma sempre più centro di ascolto e dialogo interreligioso, anche e soprattutto fra i giovani.

Salendo le scale interne della moschea – come ha mostrato la puntata della trasmissione RSI Segni dei tempi – si può accedere alla porta d’ingresso, su cui campeggia una frase di stretta attualità: “Entratevi in pace e sicurezza”, parole che l’imam ha preso da un versetto del Corano. Un grande tappeto verde e simboli religiosi, come le tradizionali finestre intarsiate in legno, accolgono chi vi entra.

L’Islam è la seconda religione più diffusa in Svizzera dopo il Cristianesimo. Una comunità, quella musulmana, eterogenea, giunta da Balcani, Turchia, Africa e Medioriente. Oggi costituisce il 5% della popolazione della Confederazione dove sono presenti 250 luoghi di culto islamico.

C’è il mondo, o buona parte di esso, rappresentato anche nel Centro islamico del Sopraceneri: «Le comunità musulmane – spiega l’imam – tendono ad organizzarsi per nazionalità, mentre noi siamo volutamente multietnici. La nostra associazione è frequentata da persone di una ventina di origini e nazionalità diverse, con radici soprattutto albanesi, turche e arabe. In molti casi siamo alla terza o persino alla quarta generazione in Svizzera».

È, quindi, un luogo non solo di spiritualità, ma di cultura e di catechesi, la nuova moschea. Al suo interno vi sono, infatti, anche una fornita biblioteca (con testi nelle diverse lingue, dall’italiano al turco, dagli idiomi africani all’inglese), l’aula per il catechismo dei bambini e dei ragazzi, che si tiene il sabato e la domenica, e una mensa attrezzata con cucina.

Una realtà e una comunità che si attesta in forte crescita, laddove il Cristianesimo avverte invece una diminuzione dei fedeli. Ma non per questo non integrata nel territorio. Lo dimostra anche la scelta della lingua principale: «In quasi tutte le moschee islamiche – fa sapere Afmataj – si attua il bilinguismo. Se, ad esempio, un centro è albanese, i sermoni si fanno in italiano e in albanese. Da quando sono arrivato a Giubiasco la lingua è quella italiana e tutti sono contenti. Inoltre, le lezioni che teniamo in moschea come i momenti di riflessione sono sempre in italiano. Anche per mio desiderio nel Centro islamico di Giubiasco conduciamo tutte le attività nella lingua locale; io stesso pronuncio i miei sermoni in italiano».

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