Il cambio di passo è tutt’altro che marginale. Papa Leone ha scelto di collocare a riposo, per raggiunti limiti d’età, il cardinale Timothy Dolan, figura di grande visibilità pubblica e spesso percepita come vicina a Donald Trump. Al suo posto arriva un nome quasi sconosciuto al grande pubblico, Ronald A. Hicks, vescovo di Joliet in Illinois, sacerdote dal profilo discreto ma dalla solida esperienza pastorale.
Si tratta di una decisione che ha sorpreso molti osservatori, ma che risponde a una logica precisa. Hicks, come Leone, è nato a Chicago, dove ha ricoperto anche il ruolo di vescovo ausiliare. A unirli non è soltanto la comune provenienza, ma soprattutto un’impostazione pastorale simile: uno stile mite, dialogante, attento alle periferie e alle minoranze, con una particolare sensibilità verso i più fragili. «Riconosco molte somiglianze tra lui e me. Siamo cresciuti letteralmente nello stesso raggio», ha dichiarato Hicks a una tv locale, lasciando intuire una sintonia che va oltre la biografia.
L’America che Hicks conosce non è solo quella prospera del Nord, ma anche quella più povera e vulnerabile del Sud. Una tappa decisiva della sua formazione è stata la direzione della fondazione “Nuestros Pequeños Hermanos”, attiva in Messico ed El Salvador, dove ha lavorato a stretto contatto con bambini poveri e orfani. Anni che lo hanno segnato profondamente e che hanno consolidato una visione della Chiesa radicata nella giustizia sociale e nella vicinanza agli ultimi, in piena sintonia con la linea promossa da Francesco negli Stati Uniti. Non sorprende, non a caso, che le resistenze più forti al pontificato di Bergoglio siano arrivate proprio da settori dell’episcopato americano nominati in precedenza e più inclini a un approccio culturale e pastorale differente.
La nomina di Hicks a New York, una delle diocesi più influenti al mondo, appare così come un segnale chiaro, ovvero la volontà di proseguire su una strada meno polarizzata e meno identificabile con una parte politica. Come ha osservato Massimo Faggioli al Washington Post, «il messaggio di Papa Leone con questa nomina è chiaro: un arcivescovo meno identificabile con un partito o una piattaforma politica».
Hicks porta con sé una conoscenza diretta delle sofferenze delle popolazioni più esposte, tra cui i tanti migranti che dal Centro e Sud America cercano una nuova vita negli Stati Uniti. Su questo tema è stato influenzato da una figura chiave dell’episcopato americano, il cardinale Blase Cupich, attuale arcivescovo di Chicago e tra i prelati più vicini alla visione pastorale di Francesco. Cupich, già prima dell’insediamento dell’attuale presidente, aveva espresso con forza la propria contrarietà a qualsiasi programma di deportazione di massa, sottolineando il diritto dei cittadini a manifestare il proprio dissenso verso «politiche ingannevolmente basate sulla forza».
È in questo clima, e con questa formazione, che Hicks si prepara a guidare la diocesi di New York. La sua nomina non rappresenta soltanto un avvicendamento amministrativo, ma un’indicazione di rotta, una Chiesa che vuole sottrarsi alle dinamiche politiche più divisive e radicarsi nuovamente nel Vangelo della misericordia, dell’inclusione e dell’ascolto. Una Chiesa che, nelle intenzioni di Leone, continua a camminare lungo il sentiero tracciato da Francesco, scegliendo pastori capaci di parlare agli ultimi e di ricucire un tessuto sociale sempre più lacerato.

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Telegiornale 18.12.2025, 12:30




