La musica popolare, quella che si rifiuta caparbiamente di rimaner imprigionata e impolverata in una teca museale ma che ama esprimere la propria urgenza espressiva, oltre che mischiarsi e flirtare con linguaggi in apparenza distanti, trova una volta ancora un approdo sicuro a Stabio, anzi da qualche anno a San Pietro di Stabio, nella corte di Pro Specie Rara. E ci rinnova l’ appuntamento vestita a festa sotto la bandiera de “Ul suu in cadrega” a cui va ancora il merito e il plauso per la perseveranza, la passione e la professionalità con cui offre bellezza. Attraverso l’aggregazione, la festa e quell’ impagabile forza emozionale che la musica dal vivo genera.
Il festival dunque ritorna: “Verso Festate” ovvero lo storico “Ul suu in cadgrega” (prologo di rilievo dell’annuale edizione di “Festate” a Chiasso) che oltre a brillare di luce propria, l’aspettiamo come si attendono le belle cose, quelle che ci emozionano e ci faranno vibrare. Nella fattispecie venerdi 10 e sabato 11 giugno con due serate ricche di proposte artistiche di spessore, qualità e originalità. E saranno progetti artistici che non tradiscono la propria anima antica, anzi. Dialogando con sensibilità e modalità espressive contemporanee innescano stupore, colori e linguaggi coinvolgenti e contagioso.
E festa allora sia, perché lo è: coinvolgente, eccitante e per un pubblico eterogeneo. Come l’incontro davvero fecondo tra la tradizione occitana e il dub giamaicano, il dialogo irresistibile e coinvolgente tra il maestro della ghironda nonché monumento della musica occitana Sergio Berardo e Madaski stregone elettronico degli Africa Unite. Al loro “Le grand bal doub” il compito di porre il sigillo sulla kermesse nel cuore della notte di sabato che si apre in modo superbo, con un vero maestro della cornamusa irlandese Massimo Giuntini ospite dei Willos. Un collettivo governato dalla violinista nordirlandese Stephanie Martin che porterà in scena “An irish night”, spettacolo fatto di canzoni, parole e musiche popolari della cultura celtica dell’Ulster, da sempre crocevia fra le culture irlandese, scozzese, gallese e inglese.E se già questa ricca serata basterebbe a sottolineare l’assoluta bontà del festival anche l’avvio non è da meno.
La bussola de “Ul suu in cadrega” venerdì, al debutto, indica altre direzioni artistiche che vantano nelle tradizioni rom la propria stella polare. Graditissimo il ritorno degli Acquaragia Drom con le loro irresistibili storie carpite alla tradizione zingara non solo Rom ma anche Sinti, Monouche e delle minoranze mediterranee. Una “mescla” davvero irresistibile che corre dai Carpazi al Salento, transitando per il Molise e la Campania percorrendo una strada (Drom appunto) punteggiata di matrimoni e tarantelle, swing, serenate e funerali speziati dai quei ritmi balcanici a dir poco scoppiettanti. Tradizioni che ben conosciamo e apprezziamo nelle differenti declinazioni che in parte di riversano nella seconda proposta, che risponde al nome di Mamaliga Orkestar un quintetto a prevalenza femminile, e che in scena indossa abiti da matrimonio, dai suoni “gypsyologicamente straordinari, nel bene e nel male”. Che indica una rivisitazione vertiginosa della tradizione gitana speziata di funk e pop e una vitalità musicale in scena straordinaria. 4 proposte artistiche di spessore e qualità compongono il bouquet dell’annuale edizione de “Ul suu in cadrega”, concerti capaci di sedurre, divertire, accendere il grande pubblico per brindare all’arrivo dell’estate!