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Una festa per Enzo

A Venezia, fuori concorso, il film documentario su Jannacci, nelle sale italiane già da lunedì 11 settembre

  • 11.09.2023, 09:30
  • 14.09.2023, 09:03
Enzo Jannacci - Vengo anch'io
  • Paolo Jannacci
Di: Alessandro Bertoglio 

Si sono presentati sul red carpet, prima della proiezione ufficiale, inscenando un flash mob sulle note di "Ci vuole orecchio", "Vengo anch'io (no tu no)" ed "E la vita, la vita". Insieme al regista, Giorgio Verdelli ed al “collaboratore artistico” (ma soprattutto figlio) Paolo Jannacci, c'erano Paolo Rossi e i Funk Off. E forse, se ci fosse stato ancora lui, Enzo Jannacci si sarebbe messo in mezzo a loro per contribuire alla festa e far cantare pubblico e fotografi.

E' iniziato così, qui a Venezia, il pomeriggio dedicato all'anteprima (fuori concorso) di "Enzo Jannacci. Vengo Anch'Io" il documentario che celebra la figura del grande... e come definirlo, visto il suo contributo a diversi universi dello spettacolo e della cultura italiana? Cantautore, cabarettista, attore, musicista, autore... di tutto e di più: giusto che a 10 anni dalla sua scomparsa, recuperando una sua intervista inedita del 2005 e numerosi video della famiglia, Giorgo Verdelli si sia buttato (dopo i suoi lavori su Pino Daniele, Paolo Conte ed Ezio Bosso) su un gigante come Enzo Jannacci.


Un film che attraverso le parole di chi lo ha conosciuto e chi ha collaborato con lui (e sono davvero tanti gli artisti presenti nel film) ci racconta una stagione incredibile artiscamente e culturalmente della Milano dei tram -su cui si accomoda ad esempio Roberto Vecchioni per i suoi ricordi) e del Derby, dove insieme a Giorgio Gaber e Dario Fo, è nato uno dei periodi più ricchi e felici della comicità (ma non solo) italiana. Rivediamo Jannacci in pagine sbiadite dal tempo, quando era il pianista del gruppo rock di Adriano Celentano; i suoi primi spettacoli con Gaber; l'incontro decisivo con Cochi e Renato, che prese sotto la sua ala protettiva trasformandoli nei geni del nonsense che ancora oggi strappano risate con le loro gag di 50 anni fa.

Nel flm scopriamo il contributo dato a Fabrizio De André per un brano assoluto quale è "Via del campo" (del quale oggi figura come coautore) ispirato ad uno dei tanti lavori di ricerca sulla musica popolar emilanese che portò Jannacci a scrivere "La mia morosa va alla fonte".

Un chirurgo (con tanto di master conseguito negli USA) prestato all'arte di far divertire: con il suo corpo, la sua voce, le sue parole. Fino a giungere ad uno dei momenti più emozionanti del film, con Vasco Rossi che legge la lettera scrittagli da Enzo Jannacci, per complimentarsi ed augurargli una grande carriera, dopo averlo sentito a Sanremo con "Vado al massimo". Che candidamente ammette che la sua "Siamo solo noi" è un garbato omaggio a "Quelli che...".