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Vallemaggia Magic Blues 2023

La kermesse dedicata al blues festeggia la sua ventunesima edizione. Lucia Bentoglio ne ha parlato con il promotore della manifestazione Fabio Lafranchi

  • 07.07.2023, 19:28
  • 14.09.2023, 09:02
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Di: Lucia Bentoglio 

Per prima cosa le chiedo di spiegarci che cos'è il Vallemaggia Magic Blues e come è nato questo festival?

Il ValleMaggia Magic Blues nasce nel 2002. Io ero da pochi anni direttore artistico della Vallemaggia. L'idea di fondo era offrire qualcosa di carino ai nostri ospiti, ai turisti che passano le vacanze in Vallemaggia. In più se la cosa fosse stata fatta bene avremmo avuto la manifestazione della Vallemaggia, una manifestazione importante che potesse portare in giro il nome della Valle. Quindi anche un’idea di marketing. Quello era l'obiettivo iniziale del 2002. Probabilmente siamo uno dei pochi festival che nascono da un'idea turistica e non da un'associazione musicale.

Quali sono le maggiori sfide organizzative che state vivendo in questo momento?

Il festival è una macchina che lavora tutto l’anno. Ci sono molte risorse in gioco e tanto lavoro da fare. Noi partiamo più o meno a settembre/ottobre con le prime idee per il programma dell'anno dopo, poi con tutti i contatti con gli artisti e con le agenzie. Allo stesso tempo iniziamo la ricerca di sponsor. Normalmente arriviamo verso gennaio che tutto è abbozzato. Poi da gennaio in avanti si lavora molto su quello che è la preparazione della parte di promozione, vale a dire tutta la parte cartacea, dalle locandine al librettino programma, e la parte del sito e dei social (Facebook e Instagram). Infine, nel mese maggio tutto inizia a definirsi.

Come avete affrontato gli anni della pandemia?

Nel 2020 abbiamo chiaramente annullato il festival. Nel 2021 c’erano invece tutti i problemi legati alla possibilità di accedere tramite il pass Covid. Quell'estate anche il tempo non ci ha aiutato ed è stata veramente un’edizione difficile. L'anno scorso, invece, siamo ripartiti alla grande. Era il nostro 20º anniversario e quindi abbiamo cambiato quella che è la nostra forma aggiungendo una serata in più proprio legata alla festa dei vent'anni. Quest'anno torniamo alla nostra formula classica di cinque settimane con inizio questa sera a Brontallo, mercoledì e giovedì prossimi a Giumaglio, e la settimana ancora dopo ad Avegno. A fine mese per tre serate saremo sulla piazza di Cevio per poi finire il due e il tre di agosto sulla piazza di Maggia.

Entrando nel merito proprio del Festival di quest'anno, come avete selezionato gli artisti?


Per quanto concerne la programmazione degli artisti fino al 2017, cioè fino alla sua scomparsa, se ne occupava Hannes Andric, che negli anni ‘70 aveva inventato la festa in New Orleans a Lugano, per poi portarla ad Ascona con quello che oggi è il Jazz Ascona. Lui è l'altro cofondatore ma purtroppo ci ha lasciati nel 2017. In quel momento non volevo un altro produttore, un altro direttore artistico, perché mi sembrava una cosa strana. Quindi ho chiesto aiuto ad alcuni amici che giravano attorno al Magic Blues con conoscenze musicali. Volevo mettere assieme un team di produzione. Come lavoriamo noi? Semplice, ognuno di noi quattro fa il suo programma. Poi facciamo un lavoro di mixaggio in base a quattro, cinque criteri che abbiamo definito e da lì decidiamo quali sono gli artisti di priorità uno, se questi non funzionano, quelli di priorità due, etc. È un lavoro dove ognuno ci mette i suoi gusti, le sue idee, dove cerchiamo chiaramente cerchiamo di portare band che non si sono mai esibite da noi. Comunque, l'idea di fondo è quella di lavorare con nomi nuovi, nomi che non son mai venuti al nostro Festival, nomi che magari anche in Ticino non sono mai venuti. Cerchiamo pure sempre band sulla rampa di lancio, qualitativamente molto validi ma ancora non conosciuti. Questo ha anche un vantaggio finanziario. Poi cerchiamo chiaramente di abbinarci un qualche nome altisonante, con sempre un occhio di riguardo per la scena blues rock ticinese. L'idea di fondo è di dare la possibilità a band ticinesi di aprire per grandi star mondiali.

Quali sono quest’anno i momenti e gli artisti in particolare da tenere d'occhio?

Quest'anno mi sento di dire che siamo stati veramente fortunati perché quello che è uscito dal cilindro è, forse insieme a quella del 2016, l’edizione con il livello qualitativo, a livello di nomi, più bella. Abbiamo con noi veramente delle chicche. Per quanto concerne il blues, uno su tutti è sicuramente Tommy Castro, con i suoi Painkiller. Tra l'altro quest'anno ha ancora vinto a Memphis un Music Blues Award. Poi sicuramente avremo ancora Peter Karp. Per quanto concerne il blues nell'ultima serata, anche molto interessante, avremo dalla Danimarca Thorbjørn Risager e i suoi Black Tornado. Ecco lui è uno di quelli che possiamo dire essere sulla rampa di lancio e sicuramente fra qualche anno diventerà uno dei grandi a livello mondiale. Quest’anno siamo anche riusciti a realizzare un sogno: portare in Vallemaggia i Colosseum, storica band degli anni 60. Loro erano i precursori dell'avanguardia, della fusion e del pop rock e hanno mixato blues, jazz e avanguardia. Poi come sorprese abbiamo Galia Volk, che è la prima volta che viene da noi in Vallemaggia e presumo potrebbe essere anche la prima volta che arriva in Ticino, una belga scatenata che vive in America. Poi avremo, un paio di ticinesi. Avremo con noi Marco Marchi e Marco Zappa. Per la serata rock, invece, avremo un grandissimo nome Phil Campbell.

Cosa rende unico questo festival?

Una cosa che caratterizza il Festival è la formula, vale a dire ogni settimana una piazza diversa. In più sono piazze di villaggi. Son villaggi con delle piazze piccole. Per esempio a Maggia con 1000 persone è tutto esaurito. Questo connubio tra la scenografia delle nostre piccole piazze e l'alta buona qualità sul palco fa si che ne esce un'atmosfera molto simpatica, molto famigliare. E in effetti mi ricordo che tanti turisti mi dicevano di fare attenzione a non perdere di vista quello che sono le peculiarità delle piazze piccole, di non concentrare tutto solo su Cevio, la nostra piazza più grande. Perché così facendo si andrebbe a perdere il fascino del festival. Ecco la magia sta proprio lì.

State già pensando alla prossima edizione?

Sì, il lavoro è continuo. Siamo già andati a visitare altri festival ed ad ascoltare altre band. Ognuno dei quattro sta già abbozzando le sue idee per quello che potrebbe essere il programma dell'anno prossimo, in modo da arrivare a settembre ed essere pronti a ripartire.

Per finire le chiedo di descrivere il festival il Vallemaggia Magic Blues in una frase.


Semplice pura magia. In effetti lo slogan di quest'anno è And the Magic goes on, e la magia continua.

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