Musica pop

C’è un po’ di Svizzera nella vittoria di JJ

“Wasted Love”, canzone vincitrice dell’Eurovision, è coprodotta da Pele Loriano, autore musicale e direttore artistico di questa edizione basilese

  • 2 ore fa
  • 43 minuti fa
JJ
  • Imago/Zuma Press Wire
Di: Ellis Cavallini e Gian-Andrea Costa, nostri inviati a Basilea

Il nostro bilancio di Eurovision 2025 non può che partire dal vincitore, JJ. Ragazzo austriaco molto preparato, magari in parte figlio delle classiche profezie che si autoavverano: era tra i favoriti dei bookmaker già da settimane. Ha convinto anche per la sua spontaneità. Lo possiamo dire perché noi lo abbiamo visto in albergo e nel backstage e abbiamo potuto apprezzarne le qualità di ragazzo veramente alla mano, tranquillo e genuino. Su quel palco ha dato tutto e in realtà si porta appresso anche un pezzetto di Svizzera, perché la sua canzone è coprodotta da Pele Loriano. Che ha già collaborato con Nemo e anche con l’Austria, due anni fa, per il brano Who the Hell Is Edgar? portato all’Eurovision da Teya e Salena. Inoltre è il direttore artistico di questo Eurovision. È stato lui ad aver curato la produzione del musical Made in Switzerland, della cerimonia di apertura e di altri momenti musicali nel corso di questa edizione.

Quindi possiamo dirlo: sì, nella vittoria austriaca di quest’anno c’è anche un po’ di Svizzera e ne siamo contenti.

02:00

JJ - Wasted Love

RSI Cultura 18.05.2025, 00:19

Veniamo alla partecipazione di Zoë Më per la Svizzera. La sua performance, come già si era visto nelle prove, è stata eccellente. Anche sullo schermo si è potuto vedere un pochettino di questo suo famoso setup che ha reso possibile una messa in scena molto intima e minimalista, ma anche molto complicata da realizzare. Un unico piano sequenza con la messa a fuoco fatta manualmente dal vivo, il tutto gestito da un solo cameraman che è stato aggiunto ai quasi 30 colleghi, alle quasi 30 telecamere operative all’Eurovision. Lui si è sostituito a tutte queste telecamere, e solo lui poteva farlo. È stato possibile accontentare questa esigenza solo grazie a un permesso speciale.

02:00

Zoë Më - Voyage

RSI Cultura 18.05.2025, 00:36

Per quanto riguarda la gara, va considerato buonissimo il secondo posto ottenuto grazie ai voti delle giurie nazionali. Si tratta di un risultato di grande prestigio, visto che parliamo di una delle poche ballad, delle poche canzoni lente di questo Eurovision. C’è stata un po’ l’impressione che quest’anno i brani lenti non funzionassero (ma questo non è del tutto vero, perché anche quello che ha vinto è lento), arrivare seconda per le giurie nazionali con un brano di questo tipo è quindi “tanta roba”.

Assolutamente inaspettati gli zero punti assegnati dal voto del pubblico. In realtà zero punti all’Eurovision non significa che nessuno l’ha votata. Vuol dire che dei 26 paesi che hanno potenzialmente votato la Svizzera, in nessuno di questi lei si è piazzata sopra la decima posizione, però potrebbe essere arrivata undicesima in tutti e 26 i paesi. Questo ancora non lo possiamo sapere.

Conclude decima, quindi nella top ten della classifica finale. Risultato decisamente buono, perché prima della vittoria di Nemo l’anno scorso quanto raccolto dalla Svizzera non era stato all’altezza delle aspettative.

Va detto che lei comunque un riconoscimento lo ha ricevuto, perché si è portata a casa il premio Bezençon per la miglior composizione. Vederla arrivare seconda col voto delle giurie nazionali ci ha fatto sperare per un attimo che potesse accadere di nuovo, un anno dopo Malmö.

Quella della finale è stata anche la serata del ritorno di Nemo sul palco di Eurovision. Un’esibizione spiazzante, la sua. L’esecuzione di Unexplainable ha scioccato per intensità, teatralità e qualità musicale. Ha spiazzato perché non ce lo aspettavamo in quel contesto. È sembrato quasi troppo in contrasto col resto della drammaturgia dell’Eurovision. Pezzo pazzesco, da riascoltare perché artisticamente di valore.

02:06

Nemo - Unexplainable

RSI Cultura 18.05.2025, 00:09

Il momento più divertente di tutti, perchè alla fine l’Eurovision è soprattutto questo, è stato il duello tra Käärijä e Baby Lasagna, trasformato poi nel featuring. Specialmente dall’arena, con i ballerini sul palco e loro che non si sono mossi dal fronte del palco, è stato un momento veramente divertentissimo, potente. Un regalo per intrattenere l’arena.

Tra i momenti che ci porteremo via da questo Eurovision ci sono anche tutte le volte, durante la settimana, in cui ci siamo chiesti se e quando si sarebbe presentata Céline Dion, che alla fine non abbiamo visto.

E per quel che riguarda tutta l’esperienza dell’Eurovision basilese, dobbiamo dire che quando l’anno scorso abbiamo vinto il primo pensiero è stato «ok, l’ultima volta è stata 36 anni fa. Nel frattempo l’Eurovision è cambiato, il mondo è cambiato, anche dal punto di vista degli spettacoli televisivi, della tecnologia». E in totale franchezza la domanda è stata: saremo all’altezza, come svizzeri, come SSR? Riusciremo cioè a offrire uno spettacolo di livello ora che l’asticella si è alzata così tanto? La risposta consegnata da questi giorni è che sì, crediamo si sia fatta un’ottima figura davanti al pubblico che segue Eurovision da tutto il mondo. La gente a Basilea, il pubblico che abbiamo incontrato fuori dall’arena, sul tram, in albergo, era entusiasta. Pensiamo di essere riusciti a organizzare un’edizione che verrà ricordata, all’altezza di quelle degli ultimi anni. E questo fa molto piacere.

Se Eurovision è capace di attirare a sé così tanta passione, il merito è del suo pubblico. Lo abbiamo detto diverse volte anche nelle dirette: è un pubblico affezionato, è gente che prende i biglietti un anno prima. Molte di queste persone che hanno assistito alla finale nella St. Jakobshalle o si trovavano nell’Arena Plus avranno già preso il biglietto per l’Austria senza sapere neanche in quale città si terrà Eurovision l’anno prossimo. Vedere questo pubblico dal vivo, viverlo nelle strade di Basilea, vedere tutte queste persone con le loro bandiere, il trucco sul viso, il vestito a tema, emoziona.

Un’atmosfera di festa che si vive ancora di più sul tram, con tutti che cantano tutte le canzoni in gara, indipendentemente dalla provenienza. Perché anche questo è il bello: sapendo che tu non puoi votare per l’artista del tuo paese, non puoi passare la settimana di Eurovision a cantare la canzone del tuo paese. Devi apprezzare anche tutte le altre. Questo crea automaticamente una bellissima unione, che ci riporta allo slogan della manifestazione, “United by music”. È stato bello provare questo sentimento di unione per la musica qui da noi in Svizzera, dopo 36 anni che non succedeva.

04:40

Vincere a Basilea e non solo

Musicalbox 13.05.2025, 17:00

  • Keystone
  • Matteo Bordone
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