Europerle: il podio definitivo

Dopo intense maratone di devoto visionamento, la giuria di RSI Musica ha stilato il podio degli artisti più “esotici” dell’edizione 2025 di Eurovision. Per esotici si intendono quelli che ancora credono e sfruttano il potenziale eccentrico di una perfòrmans sul continental palco. Una classifica alternativa che sfida le inscalfibili leggi della competizione. 

Una selezione delle precedenti selezioni. Siamo arrivati a questo risultato dopo una serie di confronti molto accesi - ma anche arricchenti - in camera di consiglio. Adesso meglio se la smettiamo di darci un tono e vi diamo la nostra graduatoria.

3° Tommy Cash – Espresso Macchiato (Estonia)

Essere salito sul palco della St. Jakobshalle è stato già un successo per lui che, diciamocelo, non palesa particolare talento canoro. Essere finito sul podio è roba da festa grande. Ha sicuramente fiuto per le operazioni di successo. Creare un tormentone: fatto. Diventare un personaggio in un grande paese europeo (l’Italia): fatto. Sarà stata gloria effimera o seria candidatura come coach in qualche talent show televisivo? Il tempo dirà.

2° Erika Vikman – Ich komme (Finlandia)

In un’edizione ricca di riferimenti piccanti (Malta, Australia), la sua canzone si dichiara apertamente inno alla sensualité. Nel pezzo, si è detto, si possono udire le atmosfere metal e industriali dei tedeschi Rammstein. Per uno di quegli strani giri che solo la musica può fare, nel coro che dà corpo al ritornello ci par di sentire anche il Battiato degli anni ’80, in particolare quello di New Frontiers, che tra l’altro lambiva gli stessi concetti. Bello, e davvero, vederla crederci senza prendersi troppo sul serio. E poi, sospeso a mezz’aria nella nostra immaginazione, resta quell’enorme microfono dorato portato in scena.

1° KAJ – Bara Bada Bastu (Svezia)

Se alla fine tutto il podio si concentra in un’unica area geografica, quella bagnata dal Baltico, un perché ci sarà. Da quelle parti affrontano l’Eurovision con sano fare scanzonato e la cosa aggiunge pennellate di colore all’evento. Favoriti alla vigilia grazie a un’azzeccata combinazione titolo-ritornello, di quelle che ti si attaccano alla corteccia cerebrale e non ti mollano più, devono capitolare di fronte alla glacialità del televoto. Possa il nostro gradino più alto essere di consolazione.