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Strange Modes, crollano le case nella nostra testa

Il duo zurighese si immerge nelle contraddizioni della società odierna con un disco che è un ottovolante di intensità sonora

  • 2 ore fa
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Strange Modes - Who builds the houses in your head

Confederation Music 23.11.2025, 19:30

  • Fabienne Gantenbein
Di: Confederation Music/RigA 

Chi o che cosa influenza e controlla il nostro modo di pensare? Da dove vengono i nostri schemi e i nostri condizionamenti? E in che modo influenzano il nostro comportamento e le nostre decisioni?

Il duo zurighese Strange Modes esplora la questione del “chi costruisce le case nella tua testa”, ovvero i nostri ostacoli interiori, come dice il titolo dell’album Who Builds the Houses in Your Head. «È stato un percorso in cui sia io che Mathias [Hauser] abbiamo dovuto affrontare temi come il dolore e la separazione, e abbiamo discusso del perché dobbiamo sperimentare certe cose. Chi ci fa questo? Che cosa à forma alle nostre reazioni? Come reagiamo al mondo circostante in base ai nostri schemi mentali? E tutto questo in una società patriarcale e capitalistica da cui è difficile liberarsi. È stato un viaggio interiore e ci siamo scambiati molte idee», così Sarah Calörtscher spiega a Sandra Romano l’origine del titolo.

Sandra Romano (a sinistra) con Sarah Calörtscher e Mathias Hauser (Strange Modes)

Sandra Romano (a sinistra) con Sarah Calörtscher e Mathias Hauser (Strange Modes)

  • Sandra Romano

Sarah e Mathias osservano un patriarcato che si sta frantumando, commentano il nostro grandioso fallimento nel coesistere con il mondo e con la vita che lo abita. Lo fanno in un disco di 8 canzoni suddivise in 3 parti (3 atti, per usare il gergo teatrale a loro tanto caro) molto diverse tra loro: partenza, contemplazione e rassegnazione, come l’immagine finale del disco: «Piante che arrampicano sulla tua casa, tanto a loro non importa se esistiamo o ci estinguiamo. Per questo, la cosa migliore che possa emergere da un mondo in decadenza è l’arte». «Forse il fatto di non essere musicisti a tutti gli effetti ci spinge spesso a incorporare anche altre competenze. Posso quindi immaginare che il mio cervello drammaturgico sia molto ricettivo in questo senso», riflette Sarah, che aggiunge: «Abbiamo meditato a lungo sull’ordine delle canzoni dell’album. Volevamo raccontare qualcosa che abbiamo vissuto dal punto di vista squisitamente visivo». 

I contrasti con cui giocano Strange Modes sono evidenti in questo bell’album indie rock svizzero dove la voce gentile di Sarah e le armonizzazioni delicate di Hauser fanno da contraltare a un suono che è una montagna russa di intensità: si va dal vigore alla leggerezza, dallo stato di coscienza alterata che rasenta la psichedelia e su fino a una potenza quasi noise.

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