Geir Sundstøl ripropone la sua personalissima mistura di musiche di cui, dopo un trentennio e più di frequentazione, pare ormai aver scoperto l’essenza comune. Nel senso che riesce davvero a mescolare generi e stimoli provenienti da ogni dove, ma anche registri apparentemente inconcibliabili, e farli stare dentro lo stesso canestro
Gradevole ed intellettualmente stimolante
Il nuovo disco del polistrumentista norvegese Geir Sundstøl
La recensione di Corrado Antonini
RSI Cultura 24.10.2018, 11:34
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